Cose di Corsica che amo

Il porto di Porto Pollo, nell’ora che volge il disio.

Camminare per un giorno intero vedendo forse quattro persone in tutto.

Prendere l’auto – quelle rare volte – da solo e guidare per mezz’ora lungo strade tutte curve. Verso Marmuntagnja, per esempio.

La Giraglia vista dal traghetto. (Ma questo l’ho già detto.)

L’idea che la Corsica è una terra fondamentalmente disabitata, con qualche persona qua e là, quali rari nantes in gurgite vasto.

Le torri genovesi della mia zona. Senetosa, sopra tutte, ça va sans dire.

Le prime note di un canto corso, la sera.

I sugheri della zona di Pianottoli Caldarellu e la meraviglia provata da Luca Goldoni (era in Sardegna, ma fa uguale) la prima volta che li vide, come se avesse sempre pensato che i tappi di sughero spuntassero fuori dalla terra già bell’e pronti.

(Non è tutto, ma dà l’idea.)

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