È l’ultima volta che vengo a trovarti qui, ho detto a Ghidi. […] Spero che tu non sia arrabbiato con me perché me ne vado, ho continuato, aggiungendo altre tre pietre al monumento. Due sono cadute, una è rimasta. Io comunque non sono più arrabbiato con te, e nemmeno mi aspetto che da un giorno all’altro torni di sorpresa, o che rispondi quando ti parlo. So che non puoi.
(Eshkol Nevo, Nostalgia, traduzione di Elena Loewenthal)
Ho pensato tanto a questo giorno nelle settimane scorse, ne temevo l’arrivo e cercavo di elaborarlo dentro di me. Poi lui puntualmente è arrivato, e io forse sono riuscito nel mio intento.
Devo dire grazie a un’amica di penna conosciuta del tutto casualmente, che ha vissuto un’esperienza simile – anzi, certamente più forte – e quindi conosce bene la sensazione: le sue parole mi hanno aiutato tanto. Io parlavo di Batista e lei rispondeva.
E del resto all’età mia è fatale che si abbiano tante croci nel cuore (Ungaretti: “nel cuore / nessuna croce manca”). Ma divago, perché vorrei ritornare alle sensazioni di quel giorno, alla luce diafana, al luogo preciso dove mi trovavo, alla mia posizione rispetto alla finestra, soprattutto […] continua a leggere »
