Sono stati anni difficili. Gli ultimi cinque anni, per me, sono stati molto complicati sia dal punto di vista personale che lavorativo. Non entrerò nei dettagli dei fatti miei dicendo cose che non interessano a nessuno, ma vorrei offrire qualche spunto di riflessione che magari potrebbe essere utile a qualcuno che si è trovato, si trova o si troverà in condizioni simili alle mie.
Per prima cosa, devo dire che non sono nemmeno sicuro che la mia malattia si possa etichettare come depressione. Probabilmente dal punto di vista clinico questo non è vero; è il nome che le ho dato per semplicità. Però ho sguazzato per quelle mi sono sembrate ere geologiche in un’apatia triste e funerea, mi sono trascinato nel mio brodo fatto di pensieri negativi, tristezza perenne e sguardo spento. Per lungo tempo è stata quasi come una sorta di amica, una compagna di vita da cui non volevo separarmi. Del resto non era Michelangelo che diceva (anche se credo parlasse di tutt’altro) “del mio male io ne sto assai bene”?
Per uscirne, non è servito nessuno dei metodi tradizionali.
Non è servita la psicoterapia, che sarebbe il rimedio classico: sono stato in tempi diversi da due diverse psicologhe, entrambe […] continua a leggere »

