Uno dei 124

Ieri ho rifatto la valigia e il percorso inverso rispetto ad una settimana fa.

Sono un poco dispiaciuto ma insomma, sono comunque un privilegiato e la considero un’esperienza magnifica.

Non è necessario razionalizzare sempre tutto, ma ho cercato di trarre delle conclusioni.

1. Da questo punto si può solo migliorare.

2. Come spesso accade, rubo a Chris Guillebeau le parole per esprimere al meglio un concetto:

Next time I want to do a 7-continent book tour.

(Solo che le rivoluzioni più efficaci sono silenziose, probabilmente. Il prossimo anno rifarò tutto quanto – si riparte tra un paio d’ore per arrivare là tra dodici mesi, solo con meno clamore. E poi si sa che gare come questa sono per i nazionali, non per i viandanti solitari come me.)

3. Ho fatto quel che ho voluto, sono responsabile di quel che mi accade. Questa è una sensazione meravigliosa, nella buona come nella cattiva sorte alla medesima maniera.

4.   Come dice Bob Rotella,

The world is full of people happy to tell you that your dreams are unrealistic, that you don’t have the talent to realize them.

Non importa. Io proseguo per la mia strada tranquillo.

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