Le borse e le vite

Lei ha passato i quaranta, ma lavora per il comune della mia cittadina con un contratto a termine.

La conoscevo da ragazza, una ragazza come tante, con i sogni di tutti. Ma passati i quaranta ottocento euro al mese non bastano per alimentare i tuoi sogni anche più elementari.

Qui è tutto sbagliato. Il modello non funziona.

L’economia, poi! La scienza triste. Bravissimi gli economisti a spiegare, a cose accadute, perché sono accadute. E intanto un/una quarantenne non può impostare la sua vita come vorrebbe perché non ha un lavoro, o se ce l’ha è assolutamente precario.

Il modello non funziona. Non si può riparare, è semplicemente da buttare.

Una soluzione possibile – una che vedo io – passa per la semplicità e per la natura. Perché intestardirsi a vivere in città quando le montagne e i borghi sono pieni di case che vengono via per due lire?

Perché non ti fai tu la tua legna? Ho letto questo post e mi sono subito sentito a casa. Il mio progetto va avanti. Il mio prossimo grande progetto è quella casa in mezzo ai boschi. Voglio che quella casa che da seconda diventi prima – e unica.

Le figlie, i genitori, lo so. Ma il mio tempo è limitato e preziosissimo, è l’unica risorsa che ho. E allora ripenso a lei che ho incontrato per caso ieri, ai suoi quarant’anni e vorrei dirle fai un giro per le nostre montagne, c’è del futuro anche per te.

Commenti

laura ha detto:

bello ma ci sono altri aspetti…ho fatto la precaria per molto tempo, fino a 43 anni, facevo anche 2 o 3 lavori insieme per mettere insieme uno stipendio. Il che comportava correre da una parte all’altra della città con tempi molto stretti. Ouò sembrare folle, ma è stato un periodo ricco di rapporti umani. Abitare in montagna mi avrebbe precluso il lavoro precario, ma anche il suo unico vantaggio – le amicizie che ne derivavano.

Gianni Davico ha detto:

Certo. Aggiungo solo che la mia idea di montagna – la pratica che ne ho io, parlo quindi di realtà e non di immaginazione – comprende un paese di tremila anime a dieci minuti di macchina: farei fatica anch’io a stare sul cocuzzolo del Monte Bianco! 🙂

Ylenia ha detto:

in montagna però questa 40enne non guadagnerebbe nemmeno quegli 800 euro al mese…come farebbe a mantenersi?

Gianni Davico ha detto:

Con la premessa che non ho soluzioni pronte o preconfezionate (ma adoro le domande molto più che le risposte), dico che bisogna analizzare i singoli casi, non c’è una risposta univoca.

Se Laura vuole dirci qualcosa di più ne possiamo parlare con cognizione di causa. Senza sapere nulla di lei posso fare solo alcune considerazioni generali:

– EUR 800 in città non corrispondono a EUR 800 in montagna, perché – in linea generale – la vita in città è più cara (ciononostante sono rimasto alquanto stupito leggendo sull’ultimo Wired che le previsioni parlano di un 59% della popolazione mondiale che vivrà in città nel 2030, contro poco più del 50% di adesso);

– la montagna offre delle possibilità in più, come per esempio (parlo per esperienza mia) orto, funghi, mele e castagne;

– nel mio caso personale, la condizione per lavorare è l’ADSL (sono un ragazzo fortunato, certo, ma mica l’unico o uno dei felici pochi!);

– una prossima frontiera, per me, qualcosa di cui non so ancora abbastanza, è la valorizzazione delle risorse della montagna, di quell’enorme patrimonio che esiste (in termini di aria pulita, panorami mozzafiato, colture, tradizioni et cetera): insomma non necessariamente la montagna vuol dire morire di fame (ti deve piacere, certo).

L’argomento è denso di sviluppi: chi vuole portare la sua esperienza e/o dire la sua è naturalmente il benvenuto.

Lascia un commento