C’è ancora speranza

Sono stato l’altra settimana in mensa dalla piccola, a fare l’assaggiatore.

Comincio dal fondo: è un’esperienza che tutti i genitori dovrebbero provare. Tu sei lì, davanti a te centrotrenta bambini vocianti e allegri e festosi, e ti vengono le lacrime agli occhi per la commozione. E ti senti felice e fortunato.

Perché pensi che alle maestre e al personale della scuola – di questa scuola in particolare, ma di tutte le scuole di ogni ordine e grado, in realtà – dovrebbero fare un monumento gigante. O intitolare una piazza, una via.

Perché il futuro dell’Italia non è in parlamento o nei consigli di amministrazione delle società quotate in borsa, ma nelle mense scolastiche di paese.

Perché fai amicizia con personcine che hanno quarant’anni in meno di te e pensi che – oltre le retoriche, al di là di tutte le parole possibili – c’è ancora speranza.

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