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Torna, per una volta torna a Monesiglio

È vero, è vero che l’ammonimento di Augusto Monti era di “non tornare a Monesiglio”: il ragionamento è corretto, l’idea che tornare dopo tanto tempo a rivedere luoghi antichi presta il fianco a sicura delusione, in quanto dentro di noi abbiamo l’idea di ritrovare quel piccolo mondo antico che abbiamo lasciato mentre la vita, anche senza di noi (sorpresa!), va avanti.

Ma Michela, la piccola, insisteva, e insomma siamo tornati sul luogo del delitto, ovvero alla scuola materna che l’ha vista passare da pulcino minuscolo a personcina che si fa rispettare.

Ed è vero anche che non può non esserci un po’ di imbarazzo. Ma questo è nulla in confronto al bene provato nel vedere luoghi e persone che fino a pochi mesi fa componevano la tua quotidianità, nello scambiare parole e sorrisi, anche un po’ nello sfidare convenzioni e regole.

Sì, sono tornato a Monesiglio e sono felice di averlo fatto. E come un lunedì di giugno mi sono fermato con Michela […] continua a leggere »

I vostri figli non sono figli vostri

Tutti conosciamo la poesia On Children di Kahlil  Gibran. In particolare, mi hanno sempre colpito questi versi:

You may give them your love but not your thoughts,
For they have their own thoughts.

Sì, i nostri figli anche quando sono piccoli hanno i loro pensieri, il loro mondo, la loro rete di conoscenze che – sorpresa! – non è uguale alla nostra.

Nostra figlia piccola, che è da poche settimane in quell’esperienza affascinante che è la scuola elementare (“Domani faremo la U. E sarà difficilissimo”), fa ovviamente conoscenze nuove. Mi ha sempre affascinato esplorare il mondo delle conoscenze delle nostre figlie da piccole, vedere che pian piano si creano un mondo intorno a loro che non è il nostro, o comunque è differente dal nostro.

Al mattino, accompagnandola a scuola, può capitare ad esempio che lei mi dica “Quella bambina è la mia amica Maddalena”. Non sono geloso di queste conoscenze, del fatto che il suo mondo non è il mio, no: ne sono ammirato e felice (e […] continua a leggere »

Alle maestre di Michela, in occasione del congedo dalla scuola materna

Cara Maura, cara Evelin,

lunedì mattina, accompagnando Michela a scuola, mi sono fermato con lei per brevi minuti nella classe deserta. Ho pensato allo scorrere del tempo, a questa bambina che cresce, alle cose importanti della vita.

E ho pensato a voi. Ho pensato al bene che avete portato nella vita di Michela – e di conseguenza nelle nostre vite –, alla passione che mettete nel vostro lavoro, al vostro sorriso sempre sui vostri visi qualunque cosa accada. (E so bene che il vostro lavoro è tutt’altro che semplice.)

Insomma noi siamo persone fortunate ad avervi incontrate. Per un tempo troppo breve Michela ha potuto osservarvi, imparare da voi, essere felice con voi e grazie a voi.

Ora nuovi compiti la attendono. Una nuova scuola, nuovi insegnanti, nuovi compagni. Ma – lo dico con assoluta certezza – Michela porterà per sempre nel cuore e nella testa il vostro insegnamento e il vostro esempio.

Di questo noi vi ringraziamo.

Tra i lillà delle ville

Oggi niente filippiche a riguardo della vita sui monti, lo stress della città eccetera.

Ieri dopo cena ero molto stanco, e Michela mi chiede di fare una passeggiata. Puoi dire no? Vuoi dire no?

Luciano Erba:

perché non io lungo lo stradale
almeno fino al passaggio a livello
tra i lillà delle ville
della valle del Tanaro
le mie figlie per mano
le scarpe bianche di cuoio
la cintura al buco più largo
perché non io
dopopranzo la sera

Ieri sera era così. La mia figlia piccola per mano, l’aria calda di una sera di maggio, la vita stessa che mi parla con le parole di una bambina.

C’è ancora speranza

Sono stato l’altra settimana in mensa dalla piccola, a fare l’assaggiatore.

Comincio dal fondo: è un’esperienza che tutti i genitori dovrebbero provare. Tu sei lì, davanti a te centrotrenta bambini vocianti e allegri e festosi, e ti vengono le lacrime agli occhi per la commozione. E ti senti felice e fortunato.

Perché pensi che alle maestre e al personale della scuola – di questa scuola in particolare, ma di tutte le scuole di ogni ordine e grado, in realtà – dovrebbero fare un monumento gigante. O intitolare una piazza, una via.

Perché il futuro dell’Italia non è in parlamento o nei consigli di amministrazione delle società quotate in borsa, ma nelle mense scolastiche di paese.

Perché fai amicizia con personcine che hanno quarant’anni in meno di te e pensi che – oltre le retoriche, al di là di tutte le parole possibili – c’è ancora speranza.

Gli anni sono brevi

Temo quel momento.

Michela ha quasi sei anni, e tra pochi mesi la scuola materna sarà solo un ricordo. Piacevole, magico e splendido – ma appartenente al passato. Sarà tempo di passare oltre.

Ieri ho ascoltato questa canzone. So che è scritta per altri motivi, ma mi hanno colpito queste parole:

Considerare che sei la ragione per cui io vivo,

perché le ho riferite al bene più prezioso che ho, alle figlie che abbiamo la fortuna di avere.

E poi ho collegato tutto ciò a questo sito:

Then suddenly it hit me.
This bus ride was it.
[…] This was life itself.

Queste semplici parole sono alla radice del mio libro, e di tanti pensieri che ho.

O, per dirla con Angelo Manzoni (“angelo di sangue”):

sapendo che respirerai
vedendoti così
anche per me
angelo di sangue
si […] continua a leggere »

Giovani Genitori

Questa è una bella rivista. La seguo da quando è nata, ha accompagnato me, mia moglie e le nostre figlie nella crescita. Ho ammirato, all’epoca, il coraggio imprenditoriale di chi ha creato una rivista in un mondo che non legge né riflette più, ma guarda e passa.

È focalizzata sul Piemonte (il che esclude una buona parte dei lettori potenziali, ma ars longa vita brevis, si sa).

Una rivista che parla delle cose di tutti i giorni, dei problemi dell’essere genitori, che parla di come vorremmo essere con i nostri figli e di come siamo, e guarda con tenera comprensione alla distanza che separa i due punti. Sorride benevolmente di noi genitori.

Ha iniziative, novità. È intelligente e non omologata. Usa una licenza Creative Commons.

Come tutte le cose passa nella vita – il mese prossimo scadrà il mio abbonamento e, a figlie crescenti a rapidi passi, non penso lo rinnoverò –; ma mi ha accompagnato per un bel tratto del mio essere papà e gliene sono grato.

Non erano i piccioni

Era ieri, era Locarno, io ero lo spettatore con l’amico mio più caro, i protagonisti erano i nostri figli piccoli.

Loro nutrivano gli uccelli che popolavano il lungolago.

Io guardavo, guardavo e basta. Al massimo ogni tanto rompevo del pane secco per farne dei bocconi.

E ho pensato che non erano i piccioni, non erano le papere, non erano le gallinelle d’acqua, non erano i cigni né tutte le altre specie di volatili lì presenti, ma era la vita stessa che mi stava parlando della sua brevità e dell’importanza della sua stessa intensità.

Tutto quel che succede non ha poi grande importanza. Ma quando la vita chiama allora sì, sedersi ad ascoltarne le voci questo sì che è fondamentale.

E poi, guardando quelle manine che si muovevano così rapide, era evidente un pensiero: che gli anni sono brevi. Domani forse non avrò più quella fortuna, domani forse non sarò più lì a […] continua a leggere »