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Del tempo che scorre e di altri accadimenti

Be’, sai, quell’ammonimento di non tornare a Monesiglio… in alcuni casi vale, in altri no. In questo caso no, decisamente no. No, perché lunedì siamo tornati, mia figlia piccola e io, nella nostra personale Monesiglio, ovvero in quella scuola materna dove lei ha passato tre anni lunghissimi e brevissimi della sua esistenza – e noi, di fatto, con lei. Mi sovviene Bertolucci:

O bella larga lunga Via Vittorio
che mi accogli poi che la mattina oziosa
m’aveva per linee esterne alla città portato
alla strada che impudicamente guarda
nei campi di football del collegio dove
ho passato quattro anni lontani della mia
vita, […] lascia
che m’immerga nel tuo flusso feriale,
unanime e solidale con tutti
i pellegrini alla pari di me verso la meta
del mezzogiorno prossimo e giusto.

Ecco, voglio dire, tornare a Monesiglio in qualche caso non è una delusione ma fa bene al cuore, lo allarga, ti rende sereno. Perché sì, ti accorgi dei piccoli cambiamenti (è logico, la vita scorre con o senza di noi), ma nello stesso tempo vedi tua […] continua a leggere »

S.U.S.A. – a gentle reminder

Il post di oggi non è che una ripresa dell’ultimo.

Manca esattamente un giorno a che quel sentiero, a lungo sognato dai suoi ideatori (dei pazzi, non c’è alcun dubbio), divenga – per tre lunghissimi e brevissimi minuti – realtà.

Io il mio posto in prima fila l’ho prenotato: sarò in corso Francia all’angolo di corso Svizzera, un luogo che ha per me l’aria di un ricordo netto di me bambino, e nello stesso tempo è legato alle mie radici familiari.

Da domani, da domani e per sempre, sarà anche legato al sentiero umano.

Basta parole. Ora si fa.

Venerdì 21 dicembre, un sentiero di mani

Ne parlai a febbraio; ma allora il progetto era in bozze, mentre ora ci siamo.

Mancano quindici giorni alla creazione fattiva del Sentiero Umano di Solidarietà Artistica / Ambientale, “un sentiero di mani che si uniranno distribuendosi per 54 Km da Torino a Susa”. Venerdì 21 dicembre 2012 alle 12.21, per tre minuti.

Perché? Perché il futuro del pianeta – ma anche il presente, vorrei dire – è nelle nostre mani. Perché navigare necesse, vivere non necesse. Perché le cose giuste piacciono a tutti. Perché “anche stasera mi batte il cuore, e continuerà a battermi pure quando si sarà fermato”, direbbe Eduardo. Perché è bello, è divertente, è un segnale importante.

Io ci sarò. E vi aspetto.

Torna, per una volta torna a Monesiglio

È vero, è vero che l’ammonimento di Augusto Monti era di “non tornare a Monesiglio”: il ragionamento è corretto, l’idea che tornare dopo tanto tempo a rivedere luoghi antichi presta il fianco a sicura delusione, in quanto dentro di noi abbiamo l’idea di ritrovare quel piccolo mondo antico che abbiamo lasciato mentre la vita, anche senza di noi (sorpresa!), va avanti.

Ma Michela, la piccola, insisteva, e insomma siamo tornati sul luogo del delitto, ovvero alla scuola materna che l’ha vista passare da pulcino minuscolo a personcina che si fa rispettare.

Ed è vero anche che non può non esserci un po’ di imbarazzo. Ma questo è nulla in confronto al bene provato nel vedere luoghi e persone che fino a pochi mesi fa componevano la tua quotidianità, nello scambiare parole e sorrisi, anche un po’ nello sfidare convenzioni e regole.

Sì, sono tornato a Monesiglio e sono felice di averlo fatto. E come un lunedì di giugno mi sono fermato con […] continua a leggere »

Quante volte ho detto grazie in questi giorni

Questo post avrebbe anche potuto intitolarsi Ma chi ha detto che la sanità in Italia non funziona? Io dei problemi grossi del mondo so poco, ma la settimana scorsa è successo che alla nostra piccola è venuta la bronchite asmatica, una malattia molto diffusa tra i bambini – dunque nulla di nuovo – e che si cura con un po’ di pazienza.

Ma anche con una parola gentile quando serve, e non solo con la professionalità. Ed è di questo che parliamo oggi. Una mattina della settimana scorsa mi sono trovato con la piccola dalla pediatria e dieci minuti dopo al pronto soccorso e dieci minuti dopo ancora nel reparto di pediatria.

Tutte le persone con cui siamo venuti a contatto nei giorni passati lì, a partire dall’infermiera dell’accettazione alle infermiere del reparto, dai dottori al personale delle pulizie ai volontari, sono state di una prontezza e delicatezza e gentilezza con lei e con noi che inteneriva il cuore.

E in quei giorni ho detto un grazie dopo l’altro, grazie a tutte quelle persone che fanno il loro lavoro […] continua a leggere »

Alle maestre di Michela, in occasione del congedo dalla scuola materna

Cara Maura, cara Evelin,

lunedì mattina, accompagnando Michela a scuola, mi sono fermato con lei per brevi minuti nella classe deserta. Ho pensato allo scorrere del tempo, a questa bambina che cresce, alle cose importanti della vita.

E ho pensato a voi. Ho pensato al bene che avete portato nella vita di Michela – e di conseguenza nelle nostre vite –, alla passione che mettete nel vostro lavoro, al vostro sorriso sempre sui vostri visi qualunque cosa accada. (E so bene che il vostro lavoro è tutt’altro che semplice.)

Insomma noi siamo persone fortunate ad avervi incontrate. Per un tempo troppo breve Michela ha potuto osservarvi, imparare da voi, essere felice con voi e grazie a voi.

Ora nuovi compiti la attendono. Una nuova scuola, nuovi insegnanti, nuovi compagni. Ma – lo dico con assoluta certezza – Michela porterà per sempre nel cuore e nella testa il vostro insegnamento e il vostro esempio.

Di questo noi vi ringraziamo.

C’è ancora speranza

Sono stato l’altra settimana in mensa dalla piccola, a fare l’assaggiatore.

Comincio dal fondo: è un’esperienza che tutti i genitori dovrebbero provare. Tu sei lì, davanti a te centrotrenta bambini vocianti e allegri e festosi, e ti vengono le lacrime agli occhi per la commozione. E ti senti felice e fortunato.

Perché pensi che alle maestre e al personale della scuola – di questa scuola in particolare, ma di tutte le scuole di ogni ordine e grado, in realtà – dovrebbero fare un monumento gigante. O intitolare una piazza, una via.

Perché il futuro dell’Italia non è in parlamento o nei consigli di amministrazione delle società quotate in borsa, ma nelle mense scolastiche di paese.

Perché fai amicizia con personcine che hanno quarant’anni in meno di te e pensi che – oltre le retoriche, al di là di tutte le parole possibili – c’è ancora speranza.

Un piccolo grazie

Questo è un post di ringraziamento.

È per te, Diego, che porti l’ossigeno a papà tutte le settimane. È il tuo lavoro e ti pagano per questo, ma il tuo lavoro non è solo il tuo lavoro: per qualcuno – papà – è la vita.

È per lei, Augusta, lei che lavora nella scuola di mia figlia piccola – e ci lavora col sorriso, e mi saluta chiamandomi signor Davico, e chiama Michela per nome (be’, con Michela è facile, alle soglie dei sei anni è una veterana dell’ambiente).

È per voi, maestre di Michela: io vi farei un monumento per tutto quel fate per i nostri figli, senza farlo pesare neanche un po’.

È per lei, Beppe, lei che dopo una vita di lavoro ha trovato una seconda giovinezza in un circolo di golf, e il lavoro cosiddetto “umile” non le fa ribrezzo, anzi, lo fa con allegria e col sorriso.

A l’é për chiel, Giovanni, chiel ch’a cudiss na montagna antera, bele se j’agn a […] continua a leggere »

Gli anni sono brevi

Temo quel momento.

Michela ha quasi sei anni, e tra pochi mesi la scuola materna sarà solo un ricordo. Piacevole, magico e splendido – ma appartenente al passato. Sarà tempo di passare oltre.

Ieri ho ascoltato questa canzone. So che è scritta per altri motivi, ma mi hanno colpito queste parole:

Considerare che sei la ragione per cui io vivo,

perché le ho riferite al bene più prezioso che ho, alle figlie che abbiamo la fortuna di avere.

E poi ho collegato tutto ciò a questo sito:

Then suddenly it hit me.
This bus ride was it.
[…] This was life itself.

Queste semplici parole sono alla radice del mio libro, e di tanti pensieri che ho.

O, per dirla con Angelo Manzoni (“angelo di sangue”):

sapendo che respirerai
vedendoti così
anche per me
angelo di sangue
si […] continua a leggere »

Sentiero Umano di Solidarietà Ambientale

 

Ho parlato qui spesso delle “mie” montagne (più “in prestito d’uso” che “mie”, in realtà: mi impegno a riconsegnarle alla generazione dopo di me in uno stato almeno un po’ migliore rispetto a come le ho trovate). Ora, grazie all’amico Alberto Guggino, dalla cui semplicità e ostinata pazienza imparo anche senza rendermene conto, mi sono imbattuto in questo progetto, che a un tempo mi fa pensare alle montagne, ai nostri figli, all’armonia con la natura e alla giustizia.

L’idea – folle: ma aut insanit homo aut versus facit, e poi senza follia come potremmo progredire? – è di creare una catena umana lunga 50 chilometri, dal centro di Torino fino a Susa, per tre minuti in un giorno ancora da stabilire. Le centomila mani – che sanno di pane – saranno figura, nel senso auerbachiano del termine, della riconciliazione – oggi non più procrastinabile – dell’uomo, di noi, con l’ambiente.

Perché questo progetto? Lo spiega il sito:

perché se la terra della Valle non respira, soffoca la città con tutti i suoi abitanti.

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