Arrivai a quarant’anni e mi sembrò di non avere più obiettivi. Mi pareva allora che qualunque cosa facessi non mi portasse da nessuna parte.
Ma poi sono successe cose meravigliose e incredibili, soprattutto dentro di me, cose che non immaginavo nemmeno potessero accadere. Una nuova libertà interiore, il lavoro rivoltato e ripreso da zero, il libro. Eccetera.
Progetti, attività, cose. La gioia del fare e del pensare. E anche del non fare.
Non fare che è collegato alla fine di quella spinta positiva. I quarant’anni sono il periodo migliore della vita, penso ora – solo che sono brevi. Ora che i quarantacinque incombono – non conto i giorni, ma davvero non sono molti – ho bisogno di progetti nuovi, spinte nuove, nuove realtà (vere o immaginarie, non fa differenza).
L’ho fatta lunga, ma il succo di tutta la storia è questo: non importa quanto la vita ti porti in basso e/o in luoghi di poco significato, tu troverai sempre – a volerlo – la maniera di andare oltre.
Tu andrai oltre. È scritto.
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