Storie di marketing per traduttori – Torino, 3 dicembre 2011


A volte dimentico che ho sempre amato il marketing – quello sano, quello che crea valore. Ma poi mi vengono in mente le parole di DeNiro in Prima di mezzanotte (“Eh… mi sento di nuovo sbirro”). E si ricomincia.

Io so di poter trasmettere valore. Anche se il mercato sta cambiando – ma quando mai non sta cambiando? –, anche se c’è la crisi, anche se il concetto stesso di traduzione (e, ancor più, di traduttore) muta il suo senso.

Sì, i traduttori in Italia sono troppi. È un fatto con cui dobbiamo convivere. Ma questo non significa che non ci sia lavoro per chi eccelle. E noi il 3 dicembre a Torino – qui il programma completo – parleremo di come utilizzare il marketing a proprio vantaggio.

Grazie, ovviamente, a Sabrina: è lei che rende tutto questo possibile.

Prerequisito (forse scontato, ma è bene ribadirlo): che si offra un servizio niente meno che eccellente. Il marketing non fa miracoli. Migliora le cose, ma non fa miracoli.

Per dirla con Tim Ferriss, “io non sono l’esperto. Sono l’esploratore e la guida”. Una sorta di primus inter pares, diciamo. Io parlerò delle tecniche e degli strumenti, ma soprattutto racconterò delle storie, con l’obiettivo che chi sarà presente ad ascoltare porti via dalla giornata ispirazione e idee pratiche da applicare alla sua professione.

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Commenti

Luigi Muzii ha detto:

Traduttori in Italia, e nel mondo, non ce n’è troppi. Sembrano troppi perché sono dispersi e perché la clientela è variegata ed esigente, ma impreparata, anche più dei sedicenti “professionisti” che sono quelli che fanno pensare che siano troppi.

giannidavico ha detto:

Sono troppi perché non c’è lavoro per tutti.
Anche i maestri di golf sono troppi, anche gli avvocati, gli insegnanti eccetera.

Non è un problema dell’industria della traduzione, è un problema generale che abbiamo. (Ma abbiamo anche la soluzione.)

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