Il Cigno nero

Il Cigno nero
Questo non è un libro, è una sfida intellettuale.

Partiamo dalle definizioni. Un Cigno nero è un fenomeno che presenta tre caratteristiche: in primo luogo, è un evento isolato, che non rientra nel campo delle normali aspettative, poiché niente nel passato può indicare in modo plausibile la sua possibilità. In secondo luogo, ha un impatto enorme. In terzo luogo, nonostante il suo carattere di evento isolato, la natura umana ci spinge a elaborare a posteriori giustificazioni della sua comparsa, per renderlo spiegabile e prevedibile (p. 11).

Secondo Taleb, noi agiamo come se fossimo in grado di prevedere gli eventi; ma tutto il volume è una prova continua di come l’improbabile e l’imprevedibile governano le nostre vite.

Anche Montale, ne La storia, aveva già espresso in maniera limpidissima concetti simili:

La storia non è magistra
di niente che ci riguardi.
Accorgersene non serve
a farla più vera e più giusta.

A seguire un paio di passi del libro di Taleb che mi hanno attratto in maniera particolare.

Più informazioni si danno, più le persone che le ricevono formulano ipotesi lungo il percorso e peggiori risultati ottengono. Vedono più rumore casuale e lo scambiano per informazione (p. 160).

Come si applica questo alla gestione delle traduzioni? A mio modo di vedere, è più efficace – nel caotico mondo del lavoro di oggi – non attendere di avere tutti i dati di un progetto, ma cominciare appena possibile e poi correggere in corsa. Tanto gli errori sono inevitabili, e si farebbero in ogni caso; e comunque sono una manna, perché permettono di migliorare.

Pasteur, che affermò che il caso favorisce coloro che sono preparati, capiva che non bisogna cercare quotidianamente qualcosa di particolare, ma è necessario lavorare sodo perché la contingenza entri nel vostro lavoro (p. 220).

Nella letteratura golfistica, l’equivalente di Pasteur è Gary Player, che afferma: “The harder I practice, the luckier I get”. Nel campo delle traduzioni, credo che si possa dire che più lasciamo che spunti estranei, esterni, lontani e diversissimi vengano a noi, più il nostro lavoro sarà di successo.

Ancora Montale:

La storia gratta il fondo
come una rete a strascico
con qualche strappo e più di un pesce sfugge.
Qualche volta s’incontra l’ectoplasma
d’uno scampato e non sembra particolarmente felice.
Ignora di essere fuori, nessuno glie n’ha parlato.
Gli altri, nel sacco, si credono più liberi di lui.

Forse sarà il caso di pensare a come fare per diventare – almeno un po’ – dei Cigni neri?

Commenti

Fuoriclasse ha detto:

[…] È, insomma, il classico Cigno nero: al punto che trovo assolutamente strano il fatto che il libro di Taleb non si citato nemmeno una volta in questo […]

[…] Ho sottolineato anche (cosa sarebbe leggere un libro senza la compagnia di un evidenziatore?) un passo del libro di Carr che mi ricorda Il Cigno nero: […]

Dieci anni ha detto:

[…] che non la vediamo non significa però che non esista. (Nassim Taleb docet; e non solo col suo Cigno nero, ma anche col suo Antifragile che sto leggendo da un mese – lettura difficile, lentissima, da […]

[…] senza un motivo apparente (o forse sì, ma è facile spiegare i fenomeni dopo che sono successi, come ci insegna Nassim Taleb), è cambiata completamente: 87 colpi, con le prime 9 giocate alla viva il parroco e un recupero […]

[…] espressi in maniera brillante e chiarissima in ambiti assolutamente non correlati al golf, come qui e qui. L’idea, per esempio, che il talento è indispensabile per diventare dei numeri uno, ma un […]

Caddy for Life ha detto:

[…] Wethersfield Country Club, vicino casa, quando nel 1967 fece per la prima volta – sostanzialmente per caso – da caddy ad un golfista professionista, fino all’UBS Cup del 21-23 novembre 2003, quando già […]

Limiti e dintorni ha detto:

[…] Ho cercato allora di riflettere sulle ragioni di questo regresso – o almeno non-progresso – che è fastidioso e financo avvilente; anche se tutti siamo bravi a spiegare i fenomeni dopo che sono accaduti, come bene ha messo in luce Nassim Taleb nel suo Cigno nero. […]

Clubfitting ha detto:

[…] casualmente, l’ho trovata in Federico Panetta, che opera al Golf Orbassano. Abbiamo fatto tutte le […]

[…] Con l’avertensa ch’a l’é – naturalment – na lista parsial: i ciam përdon për le ròbe ch’a ventrìa sité ch’i conòss nen o dle quai im sovenrai nen. Për dila à la Taleb, […]

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