Stefano Gallorini è un traduttore che era incanalato verso la “normalità” della professione: azienda di traduzioni di famiglia, esperienza presso la Logos di Modena.
Poi, però, è successo qualcosa. E del suo percorso professionale mi hanno colpito un paio di cose: la specializzazione in nivologia e meteorologia alpina (non sapevo nemmeno che cosa fosse, la nivologia) e soprattutto il coraggio di fare il “salto” e andare a vivere in Marocco.
Ammiro le persone che hanno la forza d’animo di fare delle cose inconsuete, di vivere la vita secondo i loro propri termini, sicure che nessun altro potrà mai decidere al posto loro. Gli ho fatto qualche domanda. Qui le sue risposte.
Commenti
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Un’intervista tra due persone a me molto care. Certo, quando stamane ho letto il post di Gianni su Langit non immaginavo miniamente di conoscere il traduttore con la storia un po’ inconsueta, visto che lo conoscevo solo con il nome d’arte ;-), ma fare due piu’ due poi non e’ stato difficile.
A dire il vero mi rispecchio molto nella storia di Stefano. Quando sono venuta a vivere a Roma nel ’93 l’Italia ha avuto su di me lo stesso effetto che Stefano racconta di sentire in Marocco. Certamente il Marocco sara’ di gran lunga piu’ genuina di Roma, dell’Italia, ma dovete sempre pensare che io arrivavo da Francoforte, e l’impatto e’ stato piu’ o meno come quello che racconta Stefano, con tutti i vantaggi ed ovviamente con tutti i disagi… In posta non si trovavano francobolli, in banca non avevano soldi da cambiare e l’odissea per avere la carta d’identita’ italiana nemmeno ve la racconto. Le strutture pubbliche italiane, come p.e. gli ospedali, in confronte a quelle tedesche mi sembravano di appartenere ad un altra epoca e cosi via. Ma in cambio ho trovato il sole, il clima mite, una citta’ – per me tuttora – affascinante e ho conosciuto il calore, la simpatia, l’ospitalita’ degli italiani.
Beh, per me tuttora e’ valsa la pena, adoro Roma e non sono ancora pronta per lasciare la grande citta’, ma non vi nascondo che quando leggo Stefano su FB, cosa che accade spesso, mi rendo conto che guardo il Marocco, le abitudini, lo stile di vita con piu’ o meno gli stessi occhi, con i quali guardavo l’Italia tanti anni fa. Sai, Stefano, quando mi fai un po’ invidiare ;-): quando metti le foto delle merende spettacolari come i datteri freschi, le pietanze semplici che sembrano pero’ deliziosissime, le foto della tua famiglia, come p.e. della festa di Nora. Con queste foto trasmetti – perlomeno a me – una sensazione di grande liberta’ e serenita’, che come dici tu, sono sicuramente frutto della vita piu’ semplice e molto meno stressata. Ecco, ho sempre pensato di voler invecchiare a Roma, ma seguendoti da un bel po’ su FB, ogni tanto mi e’ venuto il dubbio se prima o poi non cambioro’ vita radicalmente un’altra volta :-). Prima l’avrei escluso assolutamente ora non lo escluderei piu’.
Quanto al lavoro sono contentissima di sentirti dire, che non hai abbassato le tue tariffe solo perche’ vivi in un paese dove la vita costa di meno. Non hai idea quanto mi arrabbio quando mi chiamano clienti non italiani, soprattutto tedeschi e svizzeri, che mi dicono: non capiamo perche’ lei applica tariffe cosi alte. Vive in Italia dove la vita costa molto di meno – a parte che farei vivere loro a Roma per qualche mese, dove la vita e’ costosissima – e l’abbiamo chiamato proprio perche’ pensavamo che applicasse le tariffe italiane. Perche’ dovrei?!?! Ma chi me lo fa fare. Oltre ai grandissimi svantaggi un vantaggio la deve pur avere la globalizzazione!!!
Beh, fatte queste riflessioni notturne anziche’ finire un lavoro ;-), vi auguro una bellissima giornata,
Mi
Grazie Miriam per il commento lungo e personale – e tra l’altro nel pieno spirito di Brainfood, ovvero con l’idea che tu decidi che cosa è meglio per te (Chris Guillebeau docet).
Io non so se il Marocco è più genuino dell’Italia, ma il punto credo sia che se ti va di fare una cosa e pensi sia giusta, semplicemente falla, a tutto il resto penserai dopo. Ecco, io credo che questo sia in dua parole quel che ha fatto Stefano.
E quanto all’invidia… Che cos’è l’invidia? “Eh, beato te che puoi permetterti di lavorare così poco…”: una frase come questa me la sento dire tutti i giorni; però quando cerco di dire che chiunque può farlo – nei tempi giusti, con metodo e con una programmazione corretta, non da un giorno all’altro – allora il discorso diviene più fumoso, “eh ma io”, “sì però” eccetera. Bene, io ho eliminato i però – i modelli non mancano, Stefano è tra questi.
Ancora una cosa sulle tariffe, visto che le menzioni. Anni fa mi stupivo, un po’ come i clienti che citi, delle differenze di prezzo; ma ora porto i miei prezzi più alti del mercato come un orgoglio, come un vessillo, come un segno che da noi si lavora bene, concentrati ma in serenità.
Grazie ancora!
Gianni
grazie Gianni per aver condiviso questa intervista e complimenti a Stefano per aver saputo cogliere e sfruttare al massimo solo il buono della nostra professione e per la sua scelta di vita così ‘radicale’… E pensare che io non riesco a fare ‘traslocare’ il compagno a 80 km da Genova!!! :-/ B. proseguimento!
[…] Chi volesse visitare il Palazzo Reale di Bruxelles può farlo gratuitamente dal 22 di luglio al 6 di settembre. Chi non può andare o volesse anticipare la visita, può dare un’occhiata al sito dedicato alla visita al Palazzo e leggere i contenuti in italiano grazie al lavoro di traduzione della sottoscritta, in collaborazione con Stefano Gallorini. […]