Giorni d’estate, giorni sereni. Luglio è sempre stato un mese particolare per me, come credo per chiunque: la sua luce favorisce pensieri positivi e progetti per l’avvenire.
In queste settimane ho avuto molti pensieri per il futuro, un po’ sparsi, e probabilmente avevo necessità di cambiare aria per radunarli e sistematizzarli, ed essere qui a Tizzano, in quest’angolo di Corsica che è mare più che terra, certamente mi ha aiutato perché mi ha permesso il necessario distacco per ordinarli. Eccoli qui a beneficio di chi vorrà leggerli, farne uso, e – nel caso – commentarli.
(L’unica cosa: a volte Internet ha dato da penare, ma per fortuna il mio socio ha saputo risolvere brillantemente i problemi. Grazie Valter.)
1. I detrattori sono un segno del fatto che si sta andando nella direzione giusta
Nei giorni scorsi ho avuto con vari traduttori su Facebook alcune discussioni sui soliti temi delle tariffe, e queste liti che una volta non mi facevano dormire la notte – con me si può discutere di tutto, ma non si può mettere in dubbio la mia buona fede – adesso le considero come un complimento e come un segno. La mia coscienza è pulita ora come era quindici anni fa quando ho cominciato questo mestiere: il fatto che qualcuno mi attacchi al di là del lecito è un semplice segno, figura del fatto che sto andando nella direzione giusta.
Come questo può applicarsi a te?
2. Un progetto richiede azione
Un progetto richiede radici profonde e salde, quindi richiede di essere pensato per bene, articolato; ma poi – e vorrei dire soprattutto – richiede azione. Azione. Questa credo sia la chiave, perché immagina quanti progetti sono stati sognati, pesanti e ripensati; e poi non c’era il coraggio di partire perché non c’erano i soldi, mancava questo, mancava quest’altro: e insomma le cose non succedevano. E invece una volta che uno è partito e ha fatto anche poco ma nella direzione giusta ha un vantaggio competitivo enorme sul resto del gruppo.
3. La semplicità innanzi tutto
La natura delle cose nelle nostre vite è nella sostanza semplice. È vero che Einstein diceva che bisogna semplificare il più possibile ma non più del necessario, ma è altrettanto vero che noi abbiamo nelle nostre vite talmente tanto ciarpame che più ne togliamo e meglio staremo, più in sostanza le nostre vite saranno ricche di significato e più godibili, quindi avranno più valore sia per noi che per gli altri.
Ho camminato per un pomeriggio intero seguendo il sentiero del Littoral Sartènais per sistemare questi tre semplici pensieri. Insomma io procedo per la mia strada tranquillo in compagnia di me stesso innanzitutto, e poi di tutti gli amici reali e virtuali che ho incontrato, sto incontrando e incontrerò nel mio cammino. Se vuoi unirti, la porta è sempre aperta.
Commenti
Ciao Gianni
leggevo con interesse le tue considerazioni. Non entro nel merito dei fatti che hanno dato vita al punto 1), perché so che il confronto aspro (e personalistico) può ferire. Stavo invece riflettendo sulla tua domanda finale, mi interrogavo, per capire se io potessi entrare nel novero. Perché, seguendo il tuo ragionamento, se qualcuno ci attacca al di là del lecito è segno che stiamo facendo qualcosa di giusto? Da dove nasce questa convinzione? Io, quando mi sento attaccata, penso sempre che – tutto sommato – qualcosa di vero ci deve essere, nelle critiche che mi vengono mosse, se merito cotanto astio e impegno detrattivo.
Buon luglio e buoni pensieri.
Mia nonna avrebbe detto che pretendere che non si metta in dubbio la propria buona fede è un atto di superbia. Anche a distanza di più di venticinque anni resto d’accordo con lei, non in virtù dello spirito cristiano che la muoveva, ma di un prudente realismo. Nelson Mandela diceva che, quando ci si mette al tavolo negoziale, il primo sforzo da compiere è dar prova di fiducia nel proprio avversario, ma non rinunciò mai alla lotta armata, malgrado le ripetute richieste di de Klerk.
Sabina, per conto mio i detrattori vanno certamente presi sul serio e considerate le loro ragioni; ma se poi comunque fatti e coscienza ti danno ragione, allora penso che chi ci attacca non vuole il nostro successo non per sé, ma perché questo confermerebbe la sua mediocrità, cosa che gli sarebbe insopportabile.
Luigi, sì, in questo senso allora sono superbo, ma soprattutto perché ruit hora e non c’è più tempo – non per me, almeno – per fare le cose secondo i canoni.
Grazie, Gianni, per lasciare quella porta sempre aperta dalla quale mi sembra di poter entrare anch’io. Lo farò in punta di piedi, questo sì.
Condivido appieno il resto della tua riflessione e quanto dici anche nel tuo punto 1, che mi fatto sorridere. Penso che ognuno di noi debba agire prima di tutto davanti alla propria cosenza, così come hai dichiarato. Poi se qualcuno o qualcosa ci fa capire di star sbagliando o la complessità ci rende consapevoli di questa necessità di semplificare, ci si corregge, si ricomincia, e nel frattempo si è imparato qualcosa. AGIRE secondo la propria coscenza è una scelta di coraggio. Chi non rischia di certo non sbaglia.
Grazie per aver condiviso il tuo pensiero. Buone vacanze!
Grazie María José – sembra che sorridiamo delle medesime cose, e questo mi mette allegria! 🙂