(Grazie ad Antonio Albanese, o meglio ad Alberto, co-protagonista di Questione di cuore: gli ho rubato la battuta per dare il titolo a questo post.)
Forse domani sarà troppo tardi. Tina Pizzardo, la pavesiana donna dalla voce rauca, scrisse in Senza pensarci due volte, la sua autobiografia:
Sono arrivata alla fine della vita e non ho fatto nulla che valga.
Forse sarà il caso di fare oggi qualcosa affinché domani non sia troppo tardi. (E domani sarà in ogni caso troppo tardi: l’energia ci lascerà. La vita ci avrà ferito. E moriremo comunque.)
Pasolini direbbe:
Ho capito. Ho capito fin troppo.
Quando io racconto, con calma (olimpica, il sangue mi scorre lento nelle vene) e senza spocchia alcuna, quel che faccio, come e perché lo faccio, invariabilmente la reazione è la medesima:
Eh, beato tu che puoi permettertelo…
Ma io non ho talenti o risorse particolari (a parte la chiarezza di obiettivi, forse: ma nulla che non si possa acquisire.) Allora c’è qualcosa che non va. Vogliamo dirlo poeticamente? Prendiamo a prestito le parole di Luciano Erba:
perché non io lungo lo stradale
almeno fino al passaggio a livello
tra i lillà delle ville
della valle del Tanaro
le mie figlie per mano
le scarpe bianche di cuoio
la cintura al buco più largo
perché non io
dopopranzo la sera
Le mie figlie – le tue figlie – cresceranno presto. Vorrai arrivare in punto di morte e sospirare: “Ah, se avessi passato più tempo in ufficio…”? Ungaretti direbbe:
La morte
si sconta
vivendo.
Io non voglio un grande avvenire dietro le spalle, per dirla alla Gassman. Voglio scontare la morte adesso, vivere adesso, dare adesso al mondo tutto quel che posso.
La domanda, quindi. La mia domanda è sempre quella:
Perché no? E perché non adesso?
Commenti
Sì, ADESSO! È nel presente, in questo presente, che si trova se stessi e il proprio progetto di vita.
Fare qualcosa adesso: pensa alla magia e alla forza di questo sintagma. Grazie María José!