Le tecniche si imparano. A lavorare di meno e meglio si impara (volendolo). Tim Ferriss c’è, e con pochi euro si può comprare il suo libro. Seguirlo su Twitter o sul suo blog è peraltro gratuito.
E lui è “solo” uno dei tanti “guru” – risorse del genere sono vastissime. Libere, immediate, gratuite, a disposizione di tutti.
Ma quel che non si può imparare, né tantomeno insegnare, è la passione. La passione. Passione, che parola magica! La passione, ovvero il desiderio bruciante di fare determinate cose solo perché sì, e per nessun altro motivo.
Solo perché sì, solo perché l’hai deciso. Solo per esprimere al massimo il tuo potenziale.
Non ci sarà mai una risposta esauriente e definitiva alla domanda (fondamentale) “che cosa ci faccio qui?”; ma ciononostante le nostre passioni saranno un tentativo di risposta – imperfetto, umano e bellissimo – nella maniera più ampia, precisa e accurata possibile.
La passione che ti guida verso attività autoteliche, ovvero che trovano in se stesse lo scopo del loro esistere, e per questo motivo ti danno benessere, gioia, felicità.
Quindi: quali sono le tue attività che pratichi con regolarità e che puoi definire autoteliche? Qual è la radice della tua passione? Qual è la tua passione?
Commenti
Concordo. Le passioni danno senso alla vita. La vita è una passione inestinguibile, anche quando costa fatica.
Buonissima settimana.
La passione ci consente di focalizzare un obiettivo e andare avanti, anche quando ostacoli che sappiamo oggettivamente insormontabili ci sbarrano il cammino. Arrendersi non è tra le opzioni accettabile. Sopravvivere e conservare un minimo di sanità mentale, si può: grazie alla passione. E si deve.
A riguardo ho trovato una bella riflessione nel romanzo di Sandor Marai terminato qualche giorno fa. L’ho conservata proprio perché mi rimandava al tuo post, che avevo appena letto:
“Sapere qualcosa significa avere passione: il senso originario di ogni fenomeno umano è la passione con la quale un uomo risponde al mondo”.