C’è un piccolo trucco che uso spesso per aumentare la mia produttività (e la mia serenità e la pulizia mentale nello stesso tempo): spegnere il computer per due giorni la settimana.
Non sempre ciò è possibile, anche perché personalmente preferisco fare a meno di smartphone eccetera per non avere di continuo la tentazione di guardare le previsioni del tempo, l’ultima mail arrivata e così via. Ma faccio in modo che lo sia spesso, perché quando faccio ritorno alla postazione sono rigenerato e la produttività è certamente maggiore.
Tutto ciò si inserisce ovviamente nel filone ben più grande che prevede che il lavoro sia un mezzo e non un fine, e dunque che il tempo che passiamo con la tastiera sotto le dita non sia la maggioranza del nostro tempo. (Questo è un assioma, per me.)
Un invito, quindi: spegni il computer al venerdì sera o al sabato mattina e dimenticatene completamente (l’accento è qui sull’avverbio) fino alla domenica sera o al lunedì mattina.
E chi vuole raccontare le sue impressioni è invitato a farlo qui!
Commenti
Ciao Gianni,
Ammetto di praticare anche io questo esercizio, con sempre maggiore soddisfazione peraltro. Il venerdì sera quansi sempre abbandono la postazione di lavoro. Non spengo in senso vero e proprio, ma lascio mouse e tastiera a mia figlia di 10 anni e alle sue attività di svago, seppur molto vigilate. Lo ritengo un esercizio necessario per la mente e perché no, per il corpo, che finalmente può assumere altre posizioni rispetto a quella del tutto innaturale che ci costringe per ore su di una poltrona da lavoro, per quanto confortevole con lo sguardo fisso ad una meta eccessivamente vicina. E finalmente la mia persona, intesa come mente e corpo, muta in altre forme, c’è TEMPO per altro: cucina, lettura, creazioni di bijoux, giardinaggio, vita all’aria aperta, quasi sempre attività manuali, così spesso negate in settimana e che invece mi permettono di ritrovare un contatto con altri muscoli e terminazioni nervose che non siano il cervello. Che bello! Così come è bello trascorrere vacanze “oziose”. Anni fà passavo ore a pianificare le attività da svolgere, i luoghi da visitare, ad ottimizzare i tempi, ecc… Ora mi concentro sulla “qualità” del tempo: qualche giorno in una pensione familiare in riva ad un mare profumato in cui al termine del soggiorno ho stretto amicizia con gli albergatori valgono più di tante barriere e scogliere coralline e devo dire la verità anche di qualche museo o visita culturale… Sarà, ma secondo me sarebbe ora di rivalutare la lentezza e l’ozio, concetti in disuso… Eccome. Sono la mia ricetta per la pulizia mentale e la ricarica energetica.
Buona settimana a tutti,
silvia
“Ora mi concentro sulla ‘qualità’ del tempo”, “secondo me sarebbe ora di rivalutare la lentezza e l’ozio”: brava Silvia!