Ho costruito una bella bòita, in questi anni. Mi guardo indietro e riconosco di esserne fiero. Ho dato lavoro a tante persone, ho servito tanti clienti (nelle migliaia, in un caso e nell’altro).
(Il tutto per caso, by the way.)
Ma da solo, da solo avrei potuto fare ben poco: io so organizzare persone e mezzi, motivare, gestire: sono bravo in questo, ma tradurre non è il mio mestiere. So scrivere, e anche in questo mi picco di essere bravo: ma non sono un traduttore.
Allora questo è un ringraziamento, pubblico e cumulativo, piccolo e sincero, per tutti quei – tanti, tantissimi – traduttori con cui sono entrato in contatto in questi diciotto anni di mestiere. Se ci trovassimo tutti insieme riempiremmo un palazzetto dello sport. Alcuni li incontrerò presto, altri li conosco bene, altri ancora non li ho mai conosciuti di persona ma insomma: vi considero parte fondamentale di questa avventura.
E la parte più bella della nostra storia dobbiamo ancora scriverla.
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