Te la caverai

sta calm
Sono partito da una fotografia: un mio professore del liceo, ora in pensione terminati i suoi doveri pubblici, nutre la piccola nipote. Bene, questa immagine bellissima mi ha fatto pensare.

Questo professore, forse un po’ burbero ma senza dubbio corretto – una brava persona sotto tutti i punti di vista –, mi aveva fatto patire più di poco all’epoca (io ero bravino ma i suoi voti li sudavi, e come!).

Ebbene, c’è un’immagine potente che mi viene dalla lettura di un romanzo di Richard Bach (Uno, credo, ma potrei sbagliarmi) e che ho collegato a questa fotografia. Il protagonista, un aviatore (come il vero Richard Bach, cosa che gli è stata quasi fatale un paio di anni fa), parla con il sé giovane di tanti anni prima, per consigliarlo sulla strada da intraprendere (queste cose sono reali, sai? mai sentito parlare di angeli?).

Più volte nel tempo mi sono immaginato di parlare al me stesso di un tempo, soprattutto per avvertirmi – di fronte a un bivio importante – che la strada meno battuta sarebbe stata quasi certamente sempre quella giusta. (E mi tormenta quella sensazione di impotenza nel non poter modificare il corso delle cose pur essendo presente.)

Se io potessi avvicinare ora il mio professore di allora – siamo intorno all’anno 1985 – e fargli vedere questa fotografia, come cambierebbero le cose per me e per lui?

In una maniera sola, io credo: entrambi prenderemmo la vita in maniera mooolto più rilassata. Saremmo molto più calmi (io almeno – parlo per me), faremmo mooolto meno cine.

Allora la lezione è questa: caro Gianni, prendi una fotografia di un nonno che nutre un bambino, osservala a lungo. Pensa a prendere le cose in maniera più leggera, te la caverai bene lo stesso.

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