Un grande avvenire dietro le spalle

Come al solito, per cercare di spiegarmi devo prenderla da lontano. Precisamente da qui:
bhp
Era il 21 luglio 1953, a Ben Hogan mancavano pochissimi giorni ai quarantun anni, e quella celebrazione – che allora poteva parere una giusta consacrazione di risultati raggiunti e una spinta per il futuro – fu – a posteriori ci è chiaro – un addio, perché la sua carriera golfistica era di fatto finita.

Ecco, allora parallelamente al mio dolce mito mi sento un grande avvenire dietro le spalle, per citare Gassman. La mezza età è insomma questo dibattersi tra ciò che non è più e il fare i conti con quello che si è fatto e quello che ancora si vuole (vorrebbe) fare (i montaliani nonfatti); e in mezzo ci sono, pesanti e pressanti, le responsabilità e le attese che altri ripongono, legittimamente o meno, in te.

Io vedo la mia posizione nel mondo, stabilita, sostanzialmente solida, rotonda. Quello che ho fatto, più o meno, l’ho fatto; ora mi restano delle esplorazioni differenti, ma anche mi resta la sensazione che troppe cose sono al di là delle mie possibilità (appunto per gli anni che sono passati). Non è colpa di nessuno se il tempo scorre ma sono andato troppo in là, sono sulla strada dove non c’è ritorno.

Se dovessi sintetizzare tutto questo in una frase, direi che il sentirmi cinquantenne pur essendo quarantanovenne fa l’intera differenza.

Il mio corpo è una buona metafora del mio intero essere: perché com’esso giorno per giorno perde agilità, elasticità, reattività (la vista cala, mi tolgo e metto continuamente gli occhiali perché con gli occhiali non riesco più a leggere; corro un po’ più piano e un po’ meno a lungo di prima; e un giorno è un dente e un altro la schiena, un giorno il fianco e un altro le caviglie, ecceterissima), la mente fa altrettanto. E io mi ripeto, ridico le cose; ma del resto l’ho appena detto che questo è il diario di un cinquantenne, con ciò che di positivo e di negativo (e il tanto mezzo e mezzo) che la mia esistenza porta con sé.

Sono spunti interessanti per qualcuno? Sono solo pensieri che girano in tondo? Non so dare un giudizio preciso, io li registro e basta.

Commenti

Sabina Moscatelli ha detto:

Sì, sono spunti interessanti per me, perché mi fanno sentire meno sola, con la mia anima a tratti giovanissimi e a tratti più stanca della strada percorsa e del cammino che – inevitabilmente – resta da fare e si dovrà fare nel migliore dei modi, per mille diversi motivi, dal senso del dovere alla necessità di provvedere a una figlia ancora piccola. Una lettrice, almeno una, apprezza.

giannidavico ha detto:

Grazie Sabina! A leggere le tue parole mi sento un po’ meno dentro a questo vortice che spesso non resituisce senso.

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