Pep Bru: Ël nòm a fà nen la lenga

Pep
L’artìcol dl’àutra sman-a ansima a j’atività ‘d Coumboscuro a l’ha dait l’andi a quàich coment bon ben anteressant da part ëd Pep Bru. I l’hai ciamaje d’aprofondì l’argoment e chiel a l’é stàit così gentil da scrive l’artìcol ch’as treuva sì sota.

Prima ‘d tut quàich paròla ansima a chiel:

Sono Pep Bru, catalano. Dopo un blog sui dialetti liguri, ne ho appena cominciato un altro dove tenterò di parlare su più lingue: Petit és Polit. Sono entrato in contatto coi “dialetti” italiani nel corso di un soggiorno di un anno a Parma. Lì ho avuto il piacere di conoscere le lingue emiliana, veneta, ligure… anche un po’ di piemontese (ma a dire il vero il piemontese ho cominciato a conoscerlo veramente solo quando sono ritornato da me, grazie a siti come quello di Gianni Davico). Ho pure ascoltato e apprezzato la bellezza dei dialetti del Sud e centro Italia, ma mi risultano più ostici (per dirla chiaramente: faccio fatica a capirli).

Ambelessì sota l’artìcol complet. Con tante, tante e ancor tante grassie a Pep për avèj truvà ël temp dë scrivlo. La speransa, naturalment, a l’é che quaidun d’àut a veuja dì la soa; o, për dila con Nelo Risi:

Vorrei solo che dall’urto
nascesse una più energica morale.

La paròla a Pep.

Premessa: non vorrei che nessuno pensasse “di che si impiccia questo qua?” Le lingue d´oc sono state studiate da tanti specialisti, e migliaia di pagine sono state scritte (e si scrivono ancora) su di esse; quindi il mio commento non può non essere niente altro che insignificante… Questo è solo un piccolo apporto per la pagina di un blogger che ama la sua lingua e che abita in una delle regioni con maggiore diversità linguistica in Europa. E parla di un’associazione formata da gente che condivide questa voglia di salvaguardare la loro cultura. Il disaccordo, se c’è, è sempre benvenuto fra coloro che amano le lingue.

La/e lingua/e d’oc occupano un vasto territorio, dall’Atlantico fino alle Alpi. Dante non è stato il primo a definire la lingua dal fatto che essa usi la particella affermativa òc, ma la sua testimonianza è la più famosa (per un resoconto delle denominazioni storiche vedi questo articolo). Tuttavia non c’è unanimità sulla tesi che l’occitano sia una sola lingua: ad esempio il guascone, sul versante atlantico e i Pirenei, era visto sul resto del territorio già nel medioevo come un “lengatge estranh” (vedi gli articoli di Jean Lafitte su questa pagina). Quello che rende diverso il guascone è la forte influenza del sostrato basco o pre-basco.

L’unità della lingua è rifiutata anche da qualche collettivo dell’Alvernia, dal Collectif Prouvenço della Provenza, perfino da qualche associazione di zone dove tradizionalmente si è considerato fosse parlato il linguadociano, cioè la varietà più vicina alla lingua medievale. Queste associazioni non si sentono quindi rappresentate dal nome “occitano”.

Anche il collettivo piemontese coumboscuro.org considera che ci siano parecchie lingue d’oc (del resto lo stretto rapporto fra queste lingue/varietà non è negato da nessuno), e quella che è parlata nelle Alpi piemontesi viene chiamata da loro col nome che fino al secolo XX era stato usato comunemente per designare tutto l’insieme, e che in senso stretto designa la varietà della Provenza, “provenzale”:

Da sempre la lingua attribuita ai trovatori medioevali (sec. XI° – XIII°) è il provenzale. […]
In Francia, la lingua parlata nella Regione “Provence – Alpes – Côte d’Azur” dal Rodano alle Alpi, è il provenzale.
In Italia il territorio alpino, confinante con la Regione Provenza, compreso tra le Valli Monregalesi (prov. di Cuneo) e l’ Alta Valle Susa (prov. di Torino), appartiene all’area linguistica provenzale alpina.

Sull´occitanismo dicono:

Provenzali e occitani, due pensieri opposti […] Il contrasto tra i provenzali (che chiedono il rispetto delle lingue locali sotto il profilo di un pensiero umanista e pluralista) e i promotori dell’Occitania (Nazione) e dell’occitano (lingua normalizzata) è pubblico.

Il rifiuto dell’occitanismo comporta anche (ed è in gran parte dovuto a) la negazione della validità attuale della grafia classica su cui si basa quella occitana odierna. Secondo questo collettivo, e anche secondo quelli cui abbiamo accennato prima, la sola grafia che sia in grado di riflettere la varietà dialettale è quella mistraliana.

Particolarmente chi scrive queste righe preferisce una grafia etimologica in “o”: quella in cui il suono “u” viene scritto “o” e il suono “ü” viene reso da “u” (e la “a” atona si pronuncia “o”). Ed in questo modo rimane “unificato” il continuum catalano/occitano-piemontese-ligure. (Ma c’è anche un acceso dibattito intorno alla grafia delle varietà liguri. Infatti quello della grafia è l’eterno problema delle lingue minoritarie/minorizzate; anche nel caso delle parlate piemontesi. Su questo blog, ad esempio, c’è stata qualche tempo fa questa interessante conversazione fra Gianni Davico ed Enric Eandi.)

La/e lingua/e d´oc. A sinistra il guascone. Nella Catalogna la varietà guascona, chiamata aranese, è assieme al catalano e al castigliano lingua ufficiale - http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/2/27/Occitan-Dialects.PNG/350px-Occitan-Dialects.PNG

La/e lingua/e d´oc. A sinistra il guascone. Nella Catalogna la varietà guascona, chiamata aranese, è assieme al catalano e al castigliano lingua ufficiale – http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/2/27/Occitan-Dialects.PNG/350px-Occitan-Dialects.PNG


Ma questa è solo una opinione personale; il fatto è che qualunque grafia si scelga, “mistraliana/francesizzante” o “classica”, nessuna si adatta perfettamente alle lingue delle vallate. La prima, ad esempio, serve soprattutto per il provenzale di una parte della Provenza. Perfino uno studioso poco sospetto di panoccitanismo come Werner Forner ha scritto:

Elle [la grafia classica] s’oppose par là à la graphie mistralienne, p.ex., qui reflète assez bien le phonétisme de la variante rhodanienne, mais rien que celle-là. 

Per questo motivo, i membri di Coumboscuro usano una grafia mistraliana modificata. È questo il punto che va sottolineato: la grafia deve essere diversa da quella mistraliana perché diversa è la varietà; e secondo i linguisti la varietà parlata nelle vallate (e anche in diverse zone del Sud-Est francese) è il vivaro alpino o gavotEcco cosa ne dice la Wikipedia piemontèisa:

A l’é parlà ‘nt ël Nòrd ëd la region Provensa-Alp-Còsta Asura, ant ël Sud ëd la region Ròno-Alp, ant un cit canton ëd la region Alvergna, ant le Valade Ossitan-e dël Piemont e ‘nt la comun-a ‘d Guardia Piemontese an Calabria.

Chiunque abbia sentito parlare in provenzale ed in vivaro alpino sa che sono veramente parlate diverse. Come sono diverse le varietà dei Massilia Sound System (gruppo marsigliese) e quella dei Gai Saber o dei Compagnons Roulants (gruppi piemontesi).

Due fra i migliori specialisti in gavot sono Jean Sibille e Laurenç Revèst. Riportiamo qui un brano di un articolo di Revèst:

D’autres nian aquela realitat [la realitat della regione linguistica vivaro-alpina] […] en enclaure aquel airal coma un tròç especial d’una autra entitat, una part de Provença la màger part. D’aicí los tèrmes confusionistas possibles de “provençal alpenc” ò “nòrd provençal”, “provençal gavòt”. Mas trobam parièr lo tèrme de “niçard interior”, “niçard montanhòl”.

mappa per cortesia di Laurenç Revest (http://ccocpaisnissart.chez-alice.fr/ccocpn/lengadoc.htm)

mappa per cortesia di Laurenç Revest (http://ccocpaisnissart.chez-alice.fr/ccocpn/lengadoc.htm)


Forse a Coumboscuro rimangono attaccati alla denominazione “provenzale” per una questione di prestigio o di tradizione (e invece alle volte sono gli occitanisti ad essere accusati di essere troppo “romantici”), o forse non vogliono accettare una classificazione che riceve la benedizione degli occitanisti, ma comunque sia si dà il paradosso che sono proprio gli occitanisti (o alcuni fra di loro) a difendere la reale specificità e originalità della lingua delle vallate (e delle altre parlate vivaro-alpine) nei confronti del provenzale.

A modo di conclusione: il nostro rispetto per l’associazione Coumboscuro è massimo, ma riteniamo un po’ ingiusta la loro affermazione riguardo l’opposizione provenzali/occitani. E crediamo che anche nella difesa della diversità è buono che ci sia… diversità.

Commenti

Montagna viva ha detto:

[…] sman-e fà Pep Bru a l’avìa publicà ambelessì ‘d soe considerassion an sla diferensa an tra ossitan e provensal. I l’hai ciamaje a […]

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