Il facile e il difficile

Il mio ultimo post, che era denso di spunti (non per merito mio ma per le idee spesso controcorrente di Luigi Muzii), ha causato alcuni – pochi, in realtà – commenti su Langit.

A mio modo di vedere uno dei nodi principali per i traduttori, e di conseguenza una maniera per uscire dall’impantanamento cui troppi si autocondannano, resta il marketing. E il marketing non è (quantomeno non è più, se mai lo è stato) rompere le scatole ai clienti, ma è fatto di strumenti molto più soft come un sito ben fatto, una tagline efficace nelle mail, il biglietto da visita sporto nella maniera giusta e così via. (Che il servizio che si offre sia non meno che eccellente lo do per scontato.)

Per esempio, quel che ha fatto ieri Seth Godin per promuovere il suo libro (in una parola: promozione solo online, sotto forma di interviste fattegli dai blogger più ascoltati e influenti) è marketing della miglior specie; e non sei nemmeno costretto a parlare con chicchessia.

Troppi traduttori si dichiarano – a parole e nei fatti – incapaci a vendere, e preferiscono concentrarsi su ciò che sanno fare meglio: tradurre. Esempio: la stragrande maggioranza dei résumé che ricevo sembra fatta con lo stampino (anche se, certo: chi sono io per giudicare?), mentre vorrei ricevere una proposta che risolve un mio problema, non sapere che nell’estate del 2001 quel tal traduttore ha fatto uno stage da qualche parte.

E così, ahimè, il facile (tradurre) diventa col tempo difficile (fare marketing efficace dei propri servizi); ma quando si sfidano i propri limiti, il difficile diviene routinariamente facile – e divertente.

Commenti

Luigi Muzii ha detto:

È chiaro che sto (stiamo?) invecchiando se il tuo ultimo post ha suscitato solo pochi commenti su Langit e nessuno su ProZ, anche se, come ti ho detto, non mi meraviglia.Non mi meraviglia, per la verità, neanche aver saputo che diversi studenti tra quelli che hanno assistito alla conferenza di Renato sono rimasti perplessi di fronte alla sua previsione della scomparsa di Trados…Chissà quali reazioni susciterà la sua intervista, allora.

Gianni Davico ha detto:

Pochi commenti su Langit, ma un picco di 230 visite sul blog il giorno della pubblicazione – per quanto mi riguarda, non è un numero piccolo. Quindi l'argomento "Luigi Muzii" tira! :-)I CAT diverrano gratis o irrilevanti, dice Renato. È talmente limpido!Viviamo in tempi interessanti, secondo l'augurio di quel proverbio cinese – siamo ragazzi fortunati.

IMassardo ha detto:

Non era proprio un augurio, quello cinese, era una raffinata maledizione. Comunque … Muzii rocks! 😉

Gianni Davico ha detto:

Be', ma lui dice di essere una Cassandra inascoltata! 🙂

Wendell Ricketts ha detto:

Grazie Gianni e grazie Luigi – ci piacerebbe, con il permesso di Luigi (non vedo un modo diretto per contattarlo sul sito de _Il Barbaro_), presentare “Sostenibilità” sul blog di No Peanuts!, per ora nella rubrica “Respect,” anche se credo che tra poco si inaugurera’ una nuova dedicata a riflessioni come questa … forse intitolato per l’appunto “Sustainability” (aka Il Traduttore Equosolidale). A presto, W.

giannidavico ha detto:

Ottima idea Wendell! Credo che la maniera migliore per contattare Luigi sia tramite Twitter, oppure tramite i commenti ai suoi post.

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