La vita 2.0 (piccola cronaca di un libro)

Oggi parlo di me – o meglio del mio ultimo libro (dal titolo La vita 2.0, appunto), progetto che ha riempito le mie giornate per tutto lo scorso inverno e la scorsa primavera.

L’idea che lo sottende è semplice (forse troppo semplice; ma il re è nudo, per dirla con Andersen): la felicità è alla nostra portata sempre e comunque, e ammazzarsi di lavoro non è più necessario. Basta prepararsi per tempo (Simone Perotti docet), applicare il principio di Pareto e la legge di Parkinson, spingere con decisione sul pedale della tecnologia e il gioco è fatto.

Ad aprile ne parlavo già come progetto concluso; e in effetti – come blocco almeno, come unità di pensiero – per me lo era; tant’è che da allora a oggi l’ho riletto qualche volta e ho apportato correzioni minime, ma sostanza e forma sono di fatto rimaste immutate.

Il problema – un problema che, vanitoso come sono (shame on me), ho sottovalutato – è stato trovare un editore disposto a pubblicarlo.

I miei due libri precedenti hanno venduto rispettivamente quasi 2mila e quasi mille copie. Non cifre da best seller, per carità; ma comunque risultati soddisfacenti per un carneade come me.

E io immodestamente pensavo che non sarebbe stato così difficile, questa volta, che il tema è d’attualità e potenzialmente degno di attenzione per molti.

Mi sbagliavo di grosso. Ho contattato una trentina di editori: c’è stato in qualche (raro) caso un minimo di interesse, ma nulla di concreto. Classico esempio di cerino acceso in mano: e la candela brucia in fretta, e brucia da due lati per di più. E io volevo (voglio)

continuare, andar oltre, mangiarmi un’altra generazione, diventare perenne come una collina (Pavese, Il mestiere di vivere, 19 gennaio 1949).

Altri libri mi aspettano, altri progetti. E quindi ho deciso che non ha importanza se non c’è l’editore: a mio parere il libro sarà interessante per molti (banale per molti altri, ma non importa). (Si potrebbe far di meglio, naturalmente, molto meglio; ma al momento io posso arrivare solo fino a qui.) Credo che sarà utile. E quindi lo pubblico da me e lo distribuirò tramite questo blog.

In sostanza ho pensato quel che dice Federico Bavagnoli:

Se non lo facciamo oggi non lo facciamo più; se non lo facciamo noi non lo fa nessuno.

Che è poi la filosofia di una tra le persone cui in assoluto devo di più (e non solo per il libro), Batista. Ovvero senza di lui questo libro non avrebbe mai visto la luce: lui – da lontano, da quella collina albese orientata a mezzogiorno (e il còs disti? [che cosa racconti?] è una sorta di saluto rituale che apre molte nostre mattine [mie, almeno; lui da bravo lavoratore si alza mooolto prima di me]) – mi ha spronato, incoraggiato, corretto quando ho detto e fatto sciocchezze e così via. Con Batista dalla tua parte tutto diventa molto più facile, gli ostacoli minuscoli, la gioia moltiplicata. Naturalmente la lista delle persone cui per questo libro devo dire grazie è mooolto lunga, ma Batista è senza dubbio il primo.

Insomma il libro è qui, nelle ultime fasi, quasi pronto. Da un anno sapevo che l’avrei fatto uscire entro dicembre 2010. Così sarà. Nelle prossime settimane lo racconterò più in dettaglio, scenderò nei particolari che più interessano i potenziali lettori e così via. Ma per intanto volevo far presente che le cose stanno così.

Che si sappia.

Commenti

Chiara ha detto:

Gianni, sono ormai curiossima di conoscere la tua ricetta per la felicità. Per quanto riguarda gli aspetti tecnici, non hai mai pensato di pubblicare tramite Lulu (http://www.lulu.com/it/publish/index.php?cid=it_tab_publish)?
In ogni caso un grandissimo in bocca al lupo!

giannidavico ha detto:

Grazie Chiara!

Lulu: il fatto è che io il mio Lulu ce l’ho a duecento metri da qui, è uno studio grafico di amici che conosco da anni.

La sostanza comunque non cambia, nel senso che si tratta sempre di stampa digitale. Insomma rompo gli indugi e lo faccio, alla peggio mi troverò con una pila di libri invenduti ma avrò chiuso un capitolo. E potrò andare oltre! 🙂

Paolo ha detto:

Può interessare? daje n’uciada:
http://narcissus.simplicissimus.it/

silvina ha detto:

Che si sappia, allora, perche’ questi editori, non sanno cosa si perdono, o forse ci vuole un po’ di tempo…. In attesa di leggerti, in digitale o in cartaceo, un caro saluto da Loano, s

giannidavico ha detto:

Paolo: grazie! In effetti le soluzioni possibili sono molteplici. Io ne ho scelta una imperfetta ma reale: va bene per cominciare, poi si correggerà in corsa. E anlora un consej come ‘l tò a vnirà ‘d sigura a taj! 🙂

Silvina: forse ci vuole un po’ di tempo, ma comunque io capisco chi non vuole rischiare su un sconosciuto. Vado comunque per la mia strada – e grazie per il tuo tifo! 🙂

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