La singola attività che preferisco fare in questa mia seconda patria è probabilmente camminare; e il sentiero che preferisco, tra tutti, è quella parte di Littoral Sartènais che unisce la torre di Campumoru alle prime propaggini di Tizzano. E oggi, giorno che segna il primo compleanno di giannidavico.it, mi faccio un regalo: descrivo il percorso compiuto qualche giorno fa.
È un sentiero che conosco abbastanza bene, per averlo già percorso qualche volta negli anni; è comunque ben segnalato e perdersi – se anche augurabile, per le scoperte che si possono fare – è difficile.
La prima mezz’ora di cammino è quella meno interessante, perché si è troppo vicini alla civiltà e sono dunque relativamente frequenti gli incontri con viandanti che sono lì per brevi passeggiate, non traversate di Corsica. (Sono irriguardoso in questo, lo so: ma è per via del fatto che da anni sogno la mia settimana solitaria di camminamenti corsi, in un maggio sempre di là da venire.)
Incontro delle mucche lungo il cammino, e non riesco a capire dove sia il loro ricovero e se abbiano un padrone. Mi piace comunque immaginarle libere.
Superata cala d’Agulia, dopo poco più di un’ora e mezza di cammino a buon ritmo, la torre di Senetosa appare per la prima volta, magnifica, solitaria e splendente; ed è come per un marinaio vedere la terra all’orizzonte, perché percorrere questo sentiero è comunque un’avventura, un viaggio e quella non è la meta finale, no, ma certamente la tappa più significativa della giornata.
I pensieri sono limpidi e leggeri. La felicità è più nelle gambe, nei piedi che non nella testa.
Dopo tre ore di buon cammino arrivo alla torre di Senetosa, una delle poche torri di guardia corse dove puoi salire in cima senza che vi siano lucchetti e catenacci a sbarrarti la strada. Arrivo su e ho un sereno dejà vu: riprovo esattamente la stessa sensazione provata l’anno scorso. Qui in questo luogo ho capito perché la Corsica viene detta la montagna in mezzo al mare, nome che a parer mio è molto più azzeccato che non l’île de la beauté. Sì, perché questa è una terra molto prima che una costa.
Da qui, in questo silenzio infinito che ti pare di toccarlo solo allungando una mano, si vedono il faro di Senetosa, scorci di Sardegna, la torre di Capu Neru, una grande parte dell’isola. Meraviglia pura.
Ancora un paio d’ore abbondanti di cammino, le ombre si allungano e sono a Tizzano, tocco terra – per così dire – e la sensazione è di felice stanchezza, pienezza d’animo, di aver fatto quel che volevo. Ho camminato, e tanto mi basta.
Lascia un commento