Tag: lettura

Internet ci rende stupidi?

stupid
Il titolo del post di oggi riprende il libro di Nicholas Carr di cui avevo parlato qui.

Lo so, lo so che quando inizi a dire – o anche solo a pensare – “ai miei tempi” vuol dire, in parole povere, l’inizio della fine. E tuttavia mi chiedo, io che ho ancora voglia di studiare argomenti nuovi, imparare, approfondire: come faccio a farlo, visto che a parte quando sono sul divano o nel letto con un libro il tempo è per forza spezzettato dalla potenza del Web?

Oggi ricordo con piacere i pomeriggi del liceo, o i giorni dell’università passati di fronte ad un libro. Però, che cosa potremmo pensare oggi di che cosa scriveva Roberto Vacca nel 1981 in Come imparare più cose e vivere meglio?

I tedeschi dicono che è importante “lernen mit Sitzfleisch” – cioè: imparare con la carne con cui ci si siede. Questo vuol dire […] continua a leggere »

Di nuovo sulla lettura, analogica e digitale

Continuo ad interrogarmi sulla lettura, attività che occupa tanta parte delle nostre vite. Leggo questo articolo e trovo alcune considerazioni stimolanti sui vantaggi della lettura analogica rispetto a quella digitale.

La prima riguarda la topografia della lettura: siamo in grado di localizzare le parole e le frasi in un libro, mentre in un lettore per ebook questo non è possibile. Il lettore per ebook “vuole” prendere il controllo della situazione, mentre noi lettori vogliamo sapere dove ci troviamo. Ed è possibile anche che ciò si rifletta su quanto noi assorbiamo di quanto leggiamo: almeno per quanto riguarda i libri tecnici, probabilmente la carta ha ancora un valore intrinseco superiore.

Ovvero, i lettori digitali dovranno migliorare in futuro. Ma certamente lo faranno, perché la strada non può che essere questa. E del resto tutto ciò non mi pare dissimile da quanto accade in Flatlandia: un mondo nuovo nasce e poi cresce intorno a noi e noi facciamo fatica ad accorgercene. Anche perché usiamo questi lettori come libri e non al 100% delle loro capacità – un po’ come accadeva con le […] continua a leggere »

J’ai lu tous les livres

biblioteca
Umberto Eco sostiene – giustamente – che la propria libreria è in realtà una biblioteca: è sciocca la domanda “ma li hai letti tutti questi libri?”

Non è importante aver letto tutti i propri libri, è importante quel che ti hanno trasmesso e ti trasmettono. (“Cesare Pavese […], l’uomo-libro.”)

Se prendi in mano un incunabolo o una cinquecentina oggi, sono di fatto inutili. Ma anche un libro stampato cinquant’anni fa ha poche chance. Guardo i miei libri: a parte la Treccani, che possiedo per ragioni di famiglia (e che comunque viene consultata forse una volta l’anno), a parte qualche volume Einaudi degli anni Cinquanta (dovuto ai miei studi su Pavese), a parte qualche raro volume dell’Ottocento, la maggior parte dei miei libri è stata pubblicata negli ultimi vent’anni, e più della metà negli ultimi dieci.

E un ebook? Dove sarà – continuo a chiedermi – tra cinque anni l’ebook che compro oggi? Ovviamente la scelta del supporto è un compromesso – il cuore mi direbbe la carta, la praticità è senz’altro digitale –, ma raggiungere un […] continua a leggere »

La lettura liquida

biblioteca
Che cos’è un libro, oggi?

Quali sensazioni provavano i lettori allorché si introdussero sul mercato i primi incunaboli? Che cos’era la lettura per loro, a fine Quattrocento?

Che cos’è la lettura per noi, oggi?

Che cosa sarà dei miei libri adorati che ho sul Kindle anche solo tra dieci anni? Se nel 2020 vorrò andare a ripescare una citazione di un libro che ho letto ora in versione digitale sarò in grado?

Perché oggi, nel 2013, se voglio comprare un libro che mi interessa veramente, un livre de chevet, propendo piuttosto per la versione su carta nonostante il costo superiore?

Impressionerò ancora qualcuno che verrà in casa mia coi miei libri, un domani, mostrandogli tutte le opere che ho sul Kindle (od omologo che ci sarà allora)?

Perché la lettura, che è un’attività che assolutamente adoro – assolutamente, senza riserva alcuna – mi procura delle ansie? Be’, il perché lo so, è per via di questa commistione tra analogico e digitale; ma non sono – non sono ancora, perlomeno – in grado di approfondire gli aspetti negativi di questa sensazione, […] continua a leggere »

Kindle Touch, ovvero del leggere ai tempi dei nativi digitali


Alla fine ho scelto un Kindle. Era inevitabile, un forte lettore come me non può più fare a meno di un ebook reader.

Intanto un pensiero sul nome della cosa. Marco Cevoli notava il fatto che non esiste ancora una lezione precisa per “ebook”, che viene anche indicato come “e-book” oppure “eBook”. Ebbene, per me – che sono minimalista fino al midollo quando si tratta della scrittura – è e sarà certamente “ebook”, senza trattini o maiuscole, perché non ne vedo la ragione. (Oltre dieci anni fa Gianfranco Livraghi spiegava perché secondo lui non fosse necessaria la maiuscola alla parola “internet”).

In ogni caso ho fatto un po’ di ricerche, i modelli sono molti, alcuni molto economici, alcuni un poco sorpassati quanto a tecnologia. Anche gli standard (sembra una contraddizione in termini) sono tanti, e orientarsi in tutto ciò provoca confusione.

Il Kindle Touch mi è sembrato un compromesso ragionevole. Mi dispiace un po’ andare con colui che è già il più forte, ma […] continua a leggere »

La lettura ai tempi del Web


No, dico, non è cosa da poco. Il concetto di lettura sta cambiando, e cambiando in maniera assai rapida. Da tempo rimando l’acquisto di un lettore di ebook, ma so che non potrò farlo indefinitamente. E allora penso a tutti i libri della mia libreria, fatti di pensieri di pensatori e autori con cui sono cresciuto, che hanno formato il Gianni di oggi, e li immagino da domani cedere tutti insieme mestamente il passo a un aggeggio dal peso di trecento grammi.

Non solo: ma penso anche che non leggerò mai più libri come La storia di Elsa Morante, ottocento pagine in corpo dieci che presero un paio di giorni del Gianni venticinquenne, in un’incantagione piena di fascino e con un senso intenso di letteratura che mi circondava. Ora mi spaventa la mole, l’ho portato da casa alla Piatta (la mia isola felice in mezzo ai boschi) ma anche là credo che rimarrà chiuso, una sorta di messaggio in bottiglia che nessuno leggerà più. Ahimè.

E per estensione mi viene in mente anche quanto […] continua a leggere »