Chissà, forse sono io ad essere disadattato al mondo ma è un fatto che i luoghi solitari, là dove la natura è padrona assoluta, sono quelli in cui mi trovo in pace con me. Il mio rifugio tra i monti è uno di questi; il Delta del Po ne è un altro esempio.
Ti trovi in questi luoghi dove non puoi che perderti, prima di tutto perché non c’è un abbozzo minimo di collina – e dunque non esiste prospettiva –, e il pensiero lascia il posto alle sensazioni.
Ma un pensiero l’ho avuto: che in un luogo come questo, là dove l’acqua è padrona e non sai dove finisce il fiume – il grande fiume, il padre Po – e dove inizia il mare, mi piacerebbe vivere. (In effetti mi piacerebbe vivere in tanti posti, ma vedo che sono accomunati dal silenzio e dal tempo rallentato.)
E le sensazioni! Di meraviglia, soprattutto. E di impotenza: arrivare all’estremo lembo di terra calpestabile solo per scoprire quello che già sai, che un po’ più in là c’è un isolotto dove potresti approdare solo con una barca, e ti senti quasi derubato di qualcosa. (Un giorno ci ero arrivato, all’estremo confine, e porto dentro di me quelle sensazioni leggere.)
Arrivare all’estremo lembo del mondo. Poi più niente. Solo sensazioni e silenzio.
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