Tag: best practices

Pulire i pensieri

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Avevo un problema grosso. Per tutta la settimana scorsa avevo continuato a pensare a quello che era successo la domenica precedente, a casa mia nel mio rifugio tra i monti. È qualcosa che sono riuscito ad elaborare solo l’altro ieri, sabato, salendo al bivacco Rousset, che è un luogo che mi dà pace e tranquillità.

Sì, un fatto molto simile mi era successo l’anno scorso, quando salendo lassù avevo avuto la sensazione magnifica di liberarmi completamente dei problemi avuti con l’INPS che mi avevano tolto il sonno per un paio di anni: fu proprio come togliermi un peso, una splendida metafora della leggerezza dopo il tormento.

Questa volta è stato un po’ diverso, nel senso che sono salito lassù magari un po’ inconsciamente ma di fatto con l’idea di pensare, di riflettere, di sistemare le cose dentro di me. E quando sono arrivato in cima a quelle montagne sono stato in grado di capire quello che non riuscivo a razionalizzare.

(Non era #ER16, come hanno paventato alcuni amici! I bambini non hanno fatto […] continua a leggere »

Esiste il talento?

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Che cos’è il talento? Questo è un libro denso, pieno, disruptive al pari del Cigno nero, che dà delle risposte che non saranno definitive ma vanno considerate con attenzione; non da ultimo perché Anders Ericsson è l’esperto mondiale della deliberate practice.

La versione breve, a mio modo di vedere, è che il talento puro non esiste. Ci possono essere persone che hanno più predisposizione rispetto ad altre verso un determinato compito, ma senza il duro lavoro quel loro “talento” non verrà mai fuori. (Sul punto rimando anche a quest’altra mia recensione.)

Questo libro è significativo sotto molti punti di vista (a me, ad esempio, attira tanto l’applicazione nello sport), ma soprattutto è da considerare per quanto riguarda l’apprendimento nei bambini e nei ragazzi: perché l’applicazione di metodi corretti alle persone che stanno crescendo e imparando può avere delle ricadute enormi, in primo luogo in termini di vita mentale più ricca di significato e più in generale nella società.

Il libro presenta il caso di Mozart, che però ormai è troppo ovvio. Generalmente si pensa a Mozart […] continua a leggere »

Poco dopo il fondo della curva

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Parlavo qualche settimana fa del fatto che nel mio paese “d’adozione”, là nel mio rifugio tra i monti, si comincino a vedere piccoli segni del cambiamento: ovvero che finiti una società e un mondo, con tutto ciò di doloroso e triste che ciò comporta, inizi una società nuova, basata su regole e condizioni e opportunità nuove. (In due parole: vivere in paesi come Montemale di Cuneo è conveniente, non soltanto piacevole, per tanti motivi che non elencherò ora.)

Ebbene, la settimana scorsa c’è stata un’altra piccola prova di questo fenomeno in atto. (È un fenomeno di lunghissimo termine, e dunque i segni non sono semplici da cogliere nel presente; ma cionondimeno esiste, e come!) L’occasione è stata una conferenza tenuta presso la Trattoria del Castello in cui si è parlato delle associazioni fondiarie (AsFo), e di come queste possano fare da volano per lo sviluppo economico delle nostre montagne.

Da fuori si potrebbe pensare: “Ma cosa vuoi che si possa organizzare, in un paesino così?” Invece…

Invece, dopo un’introduzione storica a cura di Lele […] continua a leggere »

Italia che cambia – Visione 2040

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Gli agenti del cambiamento sono un vecchio pallino di Daniel Tarozzi.

Ma ora, ora le cose si fanno serie. Si parla di visione, di dare una mano concreta a costruire una nuova Italia. Di aprire il portafoglio, di donare del tempo per questo progetto.

Daniel spiega tutto qui.

Io ho aderito subito, perché Daniel ha la mia fiducia totale e incondizionata (fiducia che non viene dal nulla, ma da tutto quanto ha dimostrato di saper fare in questi anni). Con l’età che ho, gli anni che pesano su queste spalle come rami pieni di neve, non sono sicuro che tutto questo porterà effettivamente a qualcosa (ho visto tante visioni e promesse finire in bolle di sapone, e in questo senso “la storia non è magistra / di niente che ci riguardi”, per dirla con Montale).

Ma proprio la mia età, la mia età di mezzo diciamo, mi dà la forza per credere a questo progetto, alla sua visione 2040.

(Ripenso alla mia visione del mondo quando pavesianamente ero un “giovane dio” […] continua a leggere »

Cose che fanno un professionista

Il bello è forbirti e prepararti in tutta calma a essere un cristallo.
Cesare Pavese, Il mestiere di vivere, 4 maggio 1946

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Mi capita sotto gli occhi una citazione che illustra bene il concetto di professionista. (Il libro è questo, comprato usato per poche sterline, l’autore è questo.) Che si parli di traduzione, di sport, di panificazione o di qualunque attività umana, quando qualcuno può dirsi davvero professionista?

What a pair: humility and self-confidence! It is a prescription for deftness. Like me, you may not be called to be a pro golfer. Yet if playing golf can teach you to develop this combination of humility and self-confidence, it is a learning you can take with you elsewhere, so you can be a pro at whatever you are called to do.

Umiltà e massima fiducia nei propri mezzi: umiltà che porta alla pratica costante e quotidiana (dalle 10mila ore non si scappa, se davvero si vuole essere i numeri 1, o quantomeno i migliori se stessi che si possa diventare in […] continua a leggere »

Mi hanno fatto un video

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La settimana scorsa sono stato travolto – positivamente travolto – dalle reazioni a questo post, ovvero all’intervista fattami da Daniel Tarozzi nel mio rifugio tra i monti e all’articolo scritto da Paolo Cignini. Ne faccio ora qualche considerazione.

Innanzitutto, un plauso va a queste due persone che hanno svolto un lavoro professionale e appassionato. Io ho solo raccontato la mia storia; e in seguito alle reazioni e ai commenti mi rendo conto (non che non lo sapessi, ma insomma è una conferma) che alla fine delle fini tutti abbiamo problemi e aspirazioni simili. Quindi qui vorrei dare alcune indicazioni che potrebbero essere utili a terzi.

Partiamo dalle precisazioni, tanto per sgombrare il campo.

La vita 2.0 è un processo che si affina nel tempo, che richiede metodo, costanza, lacrime, sudore e sangue (sudore soprattutto). Non è detto che sia così per tutti: a volte rimango stupito (non dovrei, lo so) nel vedere persone che ci mettono un attimo a fare passi che a me hanno richiesto anni. Ma in ogni caso non puoi pretendere di trovare la ricetta pronta: ciascuno dovrà adattare le […] continua a leggere »

Il flow, una bambina, la professione e io

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Ho tardato a pubblicare oggi perché l’idea per il post mi è nata solo ieri sera tardi, e avevo bisogno di elaborarla, di “cucinarla” nel mio laboratorio di scrittura, e di chiedere – prima che fosse fuori – il parere e i consigli di mia figlia piccola nella maniera di cui dirò tra poco.

Tutto nasce da una combinazione di due fatti:

– sto leggendo questo libro. L’autore lo conosco bene (ne ho parlato ad esempio qui), il suo concetto di flow è un pilastro per le prestazioni in diversi campi;

– ieri, domenica, ho passato tanto tempo con mia figlia piccola a giocare insieme e fare altre cose (ma giocare soprattutto, anche perché per lei ogni cosa del mondo è un gioco). E se ieri nel gioco c’era solo il gioco e nessun’altra considerazione, pensandoci oggi ho capito che lei mi insegna tante cose del flow che sa per istinto, per natura: e dunque frutto laterale del giocare con lei è l’imparare come se si stesse leggendo un libro. […] continua a leggere »

Chiara Zanardelli: Lo smartphone come strumento di lavoro del libero professionista


Un altro pezzo interessante di Chiara Zanardelli (i precedenti qui e qui), con la quale abbiamo immaginato un tema – il rapporto con lo smartphone – sviluppato da due punti di vista diversi: il suo, qui, che riguarda la produttività; il mio, più “filosofico”, seguirà la settimana prossima. La parola a Chiara.

Dopo aver parlato qualche mese fa degli strumenti indispensabili per liberi professionisti, questa settimana mi vorrei concentrare sullo smartphone, ormai fondamentale tanto quanto il PC o il notebook per il lavoro di ogni professionista.

Nel bene e nel male, e lascio a Gianni una riflessione più filosofica sul tema, al libero professionista è richiesto di essere sempre connesso e rispondere in tempi brevi agli input esterni. Che impressione vi fate di una persona che impiega una settimana a rispondere a un’e-mail? In quanto tempo al massimo rispondete a una richiesta di un cliente? Che cosa fate nei tempi morti, ovvero nelle sale d’aspetto di medici, sui mezzi pubblici o in coda al semaforo?

Se vi riconoscete in questa descrizione e non riuscite […] continua a leggere »

Diecimila libri

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Nei primi anni di Tesi & testi i libri sono stato uno strumento fondamentale, per me, per imparare il mestiere. Ovvero: il mestiere – qualunque mestiere – non basta impararlo sui libri, ma i libri sono fondamentali per darti visione e respiro. E comunque ci viene in soccorso il Nuto della Luna:

– Sono libri, – disse lui, – leggici dentro fin che puoi. Sarai sempre un tapino se non leggi nei libri.

Dapprima, nei miei primissimi anni (primi anni Novanta) apprezzai soprattutto i libri degli editori Franco Angeli e di Sperling & Kupfer. Franco Angeli, lui di pirsona pirsonalmente divenne quasi un mito per me, tant’è che quando fu ora di pubblicare il mio secondo libro fu uno dei primi cui proposi il progetto. Di Sperling & Kupfer ricordo soprattutto Wow! Un successo da urlo (Tom Peters era un altro dei miei miti dell’epoca).

Leggevo solo in italiano; il che era un po’ limitante, date tutte le risorse che provenivano da oltreoceano. Per questo ricordo con profluvio di dettagli la meraviglia che mi prese quando a […] continua a leggere »

Lo storytelling aziendale

Accennavo la settimana scorsa a un tema, tra gli altri, che mi ripromettevo di sviluppare in futuro: lo storytelling.

Ecco, oggi parliamo di questo. Sia chiaro che questo post non vuole nella maniera più assoluta assomigliare a una definitive guide o qualcosa del genere: sono semplicemente alcuni pensieri sul tema. (La mia storia, appunto.) Sono tutti pensieri che vanno approfonditi nel dibattito comune, sempre avendo in mente i versi di Nelo Risi:

Vorrei solo che dall’urto
nascesse una più energica morale.

(Li ho citati millanta volte in questi venti anni, ma tanto lavoro rimane ancora da fare.)

Riflettendo nei giorni scorsi sul tema, ho pensato che l’illustrazione migliore fosse l’esempio. Ho iniziato dunque da “casa” mia: ho condensato in poche righe la storia (e anche la geografia, e di questo vado particolarmente fiero) di Tesi & testi. È la storia della mia azienda – della mia bòita, per meglio dire –, fatta di conquiste e di zone d’ombra, di successi e di fallimenti. È, in fondo, la mia storia. Magari non luccica e non risplende, ma è vera.

Perché è questo il punto fondamentale: la storia che racconti deve essere vera. Il punto – passiamo al lato […] continua a leggere »