Voglio dirlo adesso, adesso che papà è – sia pure molto flebilmente, e per quanto è logico supporre per brevissimo tempo ancora – ancora in vita.
Il mio papà è un grande uomo.
È un grande uomo, perché a otto anni rimase orfano di padre, esperienza che ha segnato indelebilmente la sua vita, trasformandola da un’esistenza agiata e scevra di problemi materiali a un percorso in costante salita.
È un grande uomo, perché a diciassette anni, a guerra finita da pochi mesi e con l’Italia in ginocchio, senza speranze per l’avvenire prese il piroscafo che lo portò in diciotto (credo) giorni di navigazione e dopo aver attraversato col trenino le Ande in Cile, dove venne accolto come un figlio dal ramo cileno della sua famiglia e rimase quindici anni a lavorare onestamente e in allegria.
È un grande uomo, perché tornato dal Cile incontrò per caso (su un pullman, credo) la donna della sua vita, mamma, con cui dal 1966 a oggi ha condiviso ogni istante di vita.
È un grande uomo, perché tornato dal viaggio di nozze si trovò inaspettatamente senza lavoro e dovette ricominciare tutto da capo. E lo fece senza lamente e senza patemi, così, semplicemente.
È un grande uomo, perché il suo esempio silente mi è valso a diventare grande più di tanti discorsi.
Il mio papà è un grande uomo.
Commenti
Lo è!! Un uomo buono, generoso, gentile, dignitoso, che ho avuto la fortuna di incontrare e a cui penso con molto affetto.
Caro Gianni,
continuo ad accompagnarti mentre tu lo accompagni.
Mi piacerebbe conoscere meglio questo “grande uomo” e chissà se in futuro, quando lui ti sarà accanto ogni minuto della giornata, in quella dimensione dove non c’è tempo o spazio ma pura presenza, potrai ascoltarlo e scrivere più a lungo su di lui, in modo che la luce non sia messa sotto il moggio ma sopra il candeliere.
Ti abbraccio con affetto mentre dedico un pensiero tutto speciale al Grande Uomo.