Mag 18


Questa mattina ho portato a scuola Michi e poi ho corso. Volevo correre più forte delle mie ansie e delle mie paure, o meglio andare oltre loro, lasciarmele alle spalle.

Ma purtroppo lo sapevo già. Come lo sapeva Rocco Scotellaro:

Ho capito fin troppo gli anni e i giorni e le ore
gl’intrecci degli uomini, chi ride e chi urla
giura che Cristo poteva morire a vent’anni
le gru sono passate, le rondini ritorneranno.
Sole d’oro, luna piena, le nevi dell’inverno
le mattine degli uccelli a primavera
le maledizioni e le preghiere.

E come lo sapeva Franco Fortini (Traducendo Brecht):

Gli oppressori tranquilli
parlano nei telefoni, l’odio è cortese, io stesso
credo di non sapere più di chi è la colpa.

Sapevo, e l’ho scritto più di una volta (per esempio qui), che fino a che entrambi i miei genitori sarebbero stati in vita avrei avuto qualcuno che, comunque, senza domande o condizioni, sarebbe stato dalla mia parte, qualunque cosa potesse succedere. Ora che quel binomio è spezzato, lo sapevo che sarei stato preda di ansie e paure cui tante volte fatico persino a dare un nome, paure che non riesco nemmeno a verbalizzare.

Allora ho corso. Le paure, non sorprendentemente, sono ancora tutte qui, tutte in fila, tutte a comporre un buco nero che mi guarda sogghignando malignamente. Ma ho corso, sono andato lontano e sono tornato, quelle stesse medesime paure ora le temo un pochino di meno.

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Mag 08


La foto ritrae papà e mamma di ritorno da messa, la domenica delle Palme 1 aprile 2012. È una foto che ho scattato di soppiatto dal balcone di casa, quasi una foto rubata, a mia memoria l’ultima immagine di papà prima che iniziasse la fase rapida – be’, forse non troppo rapida, ma comunque decisa – del declino.

Guardando la foto mi par di capire delle cose.

Papà portava l’ossigeno da un anno circa, e sia pure claudicante procedeva a passo ancora relativamente spedito. Mamma lo assisteva sicura, a sua volta assistita dal ramo d’ulivo. Ieri sera mi diceva che papà negli ultimi tempi le diceva che Radio Maria li aveva “proprio salvati” (nel senso della compagnia, del ritmo delle cose). Non mi supporta questa fede, ma ne ho il massimo rispetto.

Dice Tavo Burat (Erbo ‘d famija):

Pare e Mare
quat grand,
eut ëpceron…

ij vej a son
milanta

cobia
a cobia

rèja
d’agraf

an gabi
scarbolëtte

An ti ‘me ant un tracior sò sangh a cola.

[Padre e Madre
quattro nonni,
otto bisnonni…

gli avi sono
migliaia

coppia
a coppia

riunione
di parentesi graffe

in radure alpestri
cardi stellati

In te come in un imbuto il loro sangue cola.]

Immàginateli, tutti quei vecchini, camminare tranquilli due a due, venire verso di te per farti nascere, poi tornare lietamente da dove sono venuti. Immaginali, i tuoi genitori, i quattro nonni, gli otto bisnonni e così via, tutti via via un poco più sfocati, sempre più in bianco e nero ma tranquilli, lenti, sicuri. Ti hanno fatto nascere, il loro compito è svolto. Immaginali. Vedili, tutti sereni dinnanzi a te.

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Set 25

Lo vedi che la vita lo sta lasciando.

Non è necessario essere un dottore.

Eppure oggi papà e mamma “festeggiano” 51 anni di matrimonio. E noi abbiamo festeggiato. Una bottiglia di moscato, una torta.

Un anno fa la salute di papà era già molto malferma; ma è passato un anno intero, lui è ancora qui.

Gli ho detto che oggi è il loro anniversario di matrimonio; lui, tra il rallegrato e lo stupito, mi ha risposto prima neuva. Ovvero non si ricordava, ma era contento. Papà era contento.

E comunque ha bevuto due cucchiaini di moscato insieme a noi.

La vita lo sta lasciando ma oggi abbiamo festeggiato.

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Apr 27

Ho passato un’oretta da papà e mamma, questa mattina verso l’ora del desinare. Piccoli lavoretti, piccole parole, piccoli gesti. Mamma mi racconta dei pannoloni, delle tribolazioni pratiche nel curare un uomo molto anziano, mite, buono, che è al di là della malattia.

Credo che, a parlarmi, mamma si senta un poco sollevata. Io mi guardo intorno e non vedo più davanti a me coloro che sempre, comunque e senza condizioni sono stati dalla mia parte. Ovvero li vedo, ma li vedo deboli, debolissimi.

Questi momenti con loro mi infondono dolcezza, mi infondono mitezza. Non so se sono stato un bravo figlio o no; ma loro certamente sono stati bravi genitori, nei loro limiti di conoscenza e tempo.

Mi ripeto, lo so. All’età mia le scoperte ci sono ancora – #ciapatravers ha del resto un significato molto preciso –, ma altrettanto importante è guardare il tempo che è passato. Allora mi ripeto, perché le novità sono importanti ma altrettanto importanti sono le cose che si sono fatte, le parole che si sono dette, i gesti d’amore.

Ho parlato con papà. Lui fa fatica (ma questo lo sappiamo già). I suoi occhi sono occhi vivi. Direbbe Saba, parlando delle “creature della vita / e del dolore”:

S’agita in esse, come in me, il Signore.

Guardando queste due vite, quest’uomo e questa donna, e in particolare la vita di quest’uomo buono che si sta spegnendo, capisco che il mio cuore è un luogo pieno di vita, un luogo che esiste perché esistono papà e mamma. Disse Eduardo nella sua ultima apparizione pubblica (Taormina, 15 settembre 1983):

Anche stasera mi batte il cuore. E continuerà a battermi pure quando si sarà fermato.

E Nelo Risi scrisse della propria madre:

Rinunceremmo alla memoria
per prolungarti in vita
e non in morte, cara.

Per caso mi è venuto in mente in questi giorni il periodo in cui, avevo vent’anni circa, scappavo di casa a ogni occasione. Ora vedo queste due persone care, questi vecchini miti, e mi sento fortunato a poter varcare la soglia dell’uscio di casa loro e trovarli vivi. So che presto sarà il vuoto dentro; e anche Montale, parlando della Mosca, ha una parola per questo:

Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr’occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.

Un giorno, molto presto, guarderò innanzi a me e mi vedrò il primo della fila. Mi sentirò perso, non avrò direzione. Ma fino a che papà e mamma avranno un alito di vita ci sarà qualcuno che, sempre, comunque e senza condizioni o domande, sarà dalla mia parte.

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