Giu 08


L’8 giugno ritorna sempre.

Per esempio nel ricordo del giorno in cui lasciai l’amico mio più caro a cambiarsi da solo la gomma del Frubi bucata alla Piatta. Avevo motivi validissimi e non rimandabili, e lui se la cavò benissimo senza di me; ma comunque lo feci.

Per esempio nel crogiolo delle cose che non hanno soluzione, e il mio pensiero invariabile è nel dispetto che mi ha fatto, a non esserci ora, ora che avrei delle cose da chiedergli perché non so come fare.

Anche nella serenità di giornate come queste, perché comunque sono giornate cui manca qualcosa, come quel giorno a quello pneumatico mancava l’aria.

Per esempio nel fatto – perché ormai è un fatto scolpito nella pietra – che tu non potrai mai sapere della fatica di avere cinquant’anni. Sapevi tutto ed eri avanti su tutto e ti avrei chiesto consiglio su tutto ma su questa cosa no Batista, mi dispiace ma non sai nulla. Questo numero, 53, ti è del tutto e per sempre ignoto.

Per esempio nella luce del cimitero che contiene i resti del tuo corpo, due anni fa, la prima volta che era il tuo compleanno senza che tu ci fossi.

Per esempio nel fatto che continuo a invocare il tuo nome muto, nella vanità di questo grido strozzato.

Ma io la tua lezione l’ho imparata. Sia come vuole, non scenderò più dagli alberi, seguiterò ciapand travers.


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Un commento a “A son torna j’eut ëd giugn”

  1. […] Poi non so più per quale cortocircuito mentale – è strana, la mente – nell’attimo che avrebbe preceduto il sonno, ieri sera, mi è sovvenuto il significato. […]

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