Tag: industria della traduzione

Le cocuzze e il cocuzzaro

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Ogni tanto mi torna in mente uno dei più bei messaggi che io abbia mai letto su Langit, luogo virtuale dove tra poco “festeggerò” i miei vent’anni di frequentazione. È un messaggio dell’anno 2000 o giù di lì, l’autore è Roberto Arcangeli, traduttore che conobbi in una magnifica cena a casa sua il giorno del Ringraziamento del 2004 – l’occasione generale essendo questa conferenza.

(Mi fa sorridere l’essere così nostalgico quando parlo di industria della traduzione, ma d’altra parte il tempo passa e vedo che nulla cambia. Né nulla cambierà in futuro. “Tu credi che lunedì mattina…“)

Il titolo della mail era (cito a memoria) Quante cocuzze ce so’ nel cocuzzaro? (l’ho cercata in vecchi computer, in archivi, avevo chiesto anche a Roberto ma ormai temo che quel messaggio si sia perso per sempre nella cybersfera), e la sostanza dell’intervento era l’imperituro tema del quanto (non) sia conveniente inseguire a tutti i costi un cliente che si sa già che paga poco e – soprattutto – quanto sia importante essere professionali nel […] continua a leggere »

Selling 101 for freelancers

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L’ultimo numero di MultiLingual contiene un mio articolo dedicato alle vendite per i traduttori. Il PDF è qui. (Nel 2009 la medesima rivista aveva già ospitato un paio di miei interventi – qui e qui.)

Sarò grato a chi vorrà leggere e dire la sua, ma in sostanza riprendo un mio vecchio pallino. Questo mio diario pubblico è pieno di suggerimenti e considerazioni relativi al marketing e alle vendite, che sono uno dei perni di chiunque lavori per conto proprio.

Il punto fondamentale, a mio modo di vedere, è che troppo spesso al traduttore manca “la terza gamba”: se dal punto di vista linguistico le cose sono in genere a posto, e se dal punto di vista informatico sono abbastanza a posto, lo stesso non si può dire in troppi casi per il marketing e le vendite.

E in ogni caso la vendita è piacevole! Vendere significa avere la possibilità di dimostrare le proprie abilità. Non basta avere un servizio eccellente (scontato), bisogna saperlo comunicare al proprio pubblico potenziale. Se ti piace il […] continua a leggere »

Una più energica morale

Vorrei solo che dall’urto
nascesse una più energica morale.
[…] Chi vede il mondo come un ospedale
non potrà che viverlo da ammalato
(l’ha detto Goethe) e il suo malanno
allora l’avrà voluto.
Nelo Risi

Interrompo le mie elucubrazioni sulla Corsica per esprimere un concetto che ritengo importante in merito all’industria della traduzione.

L’osservazione nasce da contatti avuti con colleghi e traduttori nei giorni scorsi, ma affonda le radici nel passato. (Niente di veramente nuovo quindi.)

(Mi rendo conto che queste parole possono apparire vuote, pronunciate da qualcuno che parla soprattutto di montagna e di Corsica e di filosofia spicciola eccetera. Mi rendo conto. Cionondimeno, gestire progetti di traduzione è stato da sempre il mio unico mestiere e due o tre cose sul settore, insomma, le so.)

Vedo troppo pressappochismo nel settore, qualcosa che non fa bene all’industria della traduzione nel suo insieme. Manca la precisione che è richiesta a chi lavora con le parole scritte. Troppa improvvisazione, troppo “tanto va bene comunque così”.

Non va bene così!

Lunedì prossimo tornerò parlare di Corsica e di camminate, ma oggi vorrei che sia chiaro che chi si lamenta di poca considerazione deve […] continua a leggere »

La magia negli occhi di chi guarda

A quei tempi non mi capacitavo che cosa fosse questo crescere, credevo fosse solamente fare delle cose difficili – come comprare una coppia di buoi, fare il prezzo dell’uva, manovrare la trebbiatrice. Non sapevo che crescere vuol dire andarsene, invecchiare, vedere morire, ritrovare la Mora com’era adesso.
Cesare Pavese, La luna e i falò

Giorni del tutto sereni, questi. Sono immerso nella natura della terra che probabilmente amo sopra tutte, la montagna in mezzo al mare che mi ha accolto la prima volta quattordici anni fa e dove ogni volta ritorno sempre come fosse la prima e nello stesso tempo l’ennesima.

Qui cammino corro respiro, passeggio lungamente, ho i pensieri svuotati. Mi sento a casa. A volte penso alle vacanze di tanti anni fa, quando la mia lettura preferita era “Il Sole 24 Ore”, e anche se tante cose non le capivo pensavo che avrei dovuto, per fare quello che volevo fare – costruire una grande azienda con tante persone a lavorarci dentro eccetera eccetera eccetera. Poi gli anni sono passati e il percorso è stato molto diverso da come me lo immaginavo all’inizio, ma assolutamente più appassionante e interessante.

Oggi penso che ora avrei […] continua a leggere »

Dopo vent’anni, un piccolo grazie

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Un paio di anni fa organizzai nel mio rifugio tra i monti (e dove, altrimenti? 😀 ) un raduno di Langit. Fu un incontro quasi intimo, a cui parteciparono poche persone; ma la cosa non mi stupì, soprattutto perché Cuneo è lontana da qualsiasi cosa; e tanto più questo luogo, una borgata di una frazione di un paesino abbarbicato sul crinale tra la valle Maira e la valle Grana, dove o ci vieni apposta o non sai nemmeno dell’esistenza. Ma fu piacevole, e ne conservo un bel ricordo – come credo con me i partecipanti.

In più quest’anno ricorre il ventennale dacché diedi il via all’attività di traduzioni. I miei primi vent’anni nell’industria della traduzione. E quindi ho pensato di unire le due cose, organizzando qui per domenica prossima, 7 agosto, un raduno rivolto in primo luogo a tutti i traduttori, le traduttrici e le loro famiglie con cui ho avuto il piacere di lavorare insieme in questo tempo che mi pare lunghissimo, e poi a tutti i traduttori di Langit indistintamente (e alle loro famiglie, ovviamente).

In […] continua a leggere »

Bill Graeper, in memoriam

Torno di nuovo dopo tanto tempo a parlare di industria della traduzione, sia pure in senso lato, o per meglio dire in maniera personale (che poi è l’unica che di fatto conosca); e lo faccio per commemorare una persona che ho ammirato e che ci ha lasciato in questi giorni, Bill Graeper.

Per quanto riguarda il nostro settore, è sufficiente dire che Bill fondò, vent’anni fa, Certified Languages International e fu poi tra i membri fondatori dell’ALC, che è a mio giudizio di gran lunga la migliore associazione dedicata allo sviluppo del nostro settore da un punto di vista manageriale e professionale.

E proprio alle conferenze dell’ALC (Pasadena, Milwaukee, Austin) sono legati i miei ricordi di lui. Gli incontri sono sempre stati cordialissimi, e col tempo si sviluppò una piccola amicizia. Mi chiamava per nome, mi chiedeva dell’Italia, mi raccontava degli aneddoti, soprattutto mi parlava dell’ALC e di quanto tenesse alla sua crescita (me lo ricordo, ad esempio, allo stand dell’ALC alla conferenza ATA del 2007 a San Francisco).

Di lui ricordo soprattutto questo, distintamente: il sorriso. L’ho sempre visto sorridere, e anche se non lo conoscevo bene capisco che questo era un riflesso di un […] continua a leggere »

On pricing

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Sto riflettendo tanto sul concetto di prezzo e sulla sua applicazione pratica, ultimamente.

“Fare il prezzo” di un bene o di un servizio è arte e scienza allo stesso tempo, richiede tanta pratica, conoscenza del mercato, intuizione, empatia eccetera. Si presta quindi ad errori clamorosi, e non si potrà mai veramente dire di padroneggiare l’argomento.

Quanto a me, ci sono tante, troppe cose che non so e che cerco di imparare. Condividerò qui, man mano, alcuni pensieri e spunti. Inizio oggi da una citazione che mi ha colpito. È tratta da uno splendido libro che parla di tutt’altro, ma fa al caso.

Solheim [il fondatore di Ping] continued to work as a shoemaker for several years. There were two other shoe shops within a block of his. One day, he noticed in the window of one of them a sign advertising new heels for women’s shoes at fifteen cents a pair, a price that was lower than his. He put an identical sign in his own window. His next customer asked, “Why did you cut […] continua a leggere »

Del rispetto

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Nel golf, un handicap basso comanda rispetto. Non lo chiede né lo pretende, lo riceve per il semplice fatto di essere.

Anche nelle professioni, in quella del traduttore come in qualunque altra, il rispetto non può essere chiesto: può soltanto essere ottenuto.

In parole povere, la questione del rispetto è un falso problema: non è sensato pretendere rispetto dai clienti, per il semplice fatto che per i nostri clienti – per il pubblico, per il mondo economico – i servizi che offriamo non sono in cima alla lista delle priorità. Il rispetto lo si ottiene in maniera naturale col tempo, col lavoro, col sudore e con la professionalità.

Il rispetto emana dai servizi che offri (ci vuole un minuto a capire se qualcuno è un professionista oppure no), che a loro volta sono un’espansione della tua identità lavorativa.

Il rispetto è insomma qualcosa di interno, non di esterno a noi. In questo blog ne ho parlato spesso (ad esempio qui), ma in effetti il concetto è sempre il medesimo e non cambia: il rispetto puoi soltanto riceverlo.

Aggiungere valore

Ho consegnato un progetto qualche giorno fa – un progetto normale, lingue normali, sostanzialmente normale in tutto. È in effetti, in sintesi estrema, quel che faccio tutti i giorni da vent’anni circa. Gianni Davico l’editor, un po’ come – si parva licet – “Cesare Pavese […], l’uomo-libro” (lettera a Tullio Pinelli, 18 agosto 1927).

Cioè. Quell’uomo lavorava solo sui libri, sui libri degli altri per dirla à la Calvino, mentre io leggo contratti, specifiche tecniche, materiali di marketing e così via. (A ben vedere c’è della poesia anche nella marketing literature; ma probabilmente questa è un’altra storia, buona per un altro post.)

Però guardavo quel documento così come mi è arrivato, tradotto (bene) e pronto (in teoria) per essere mandato al cliente, e poi guardavo quello stesso documento qualche ora dopo, dopo una mia rilettura, dopo una formattazione che seguisse le attese del cliente, dopo il confronto col traduttore su dubbi che potevano essere nati durante il suo e il mio lavoro.

Non erano la stessa cosa. Indubbiamente parenti, ma non certamente la stessa cosa.

Traduco: ho ricevuto un semilavorato (per quanto finito dal punto di vista del traduttore), ho consegnato un prodotto finito. Insomma ho aggiunto valore.

Perché questo […] continua a leggere »

Il traduttore “ideale”

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Mi sono fatto una domanda: perché lavoro più volentieri con determinati traduttori piuttosto che con altri?

Certo, ci sono le simpatie, c’è il caso e ci sono tanti fattori poco ponderabili. Ma ho cercato di darmi comunque delle risposte, che sono ovviamente del tutto personali ma potrebbero anche avere una valenza più generale. Quello che segue dunque è un tentativo di descrizione del traduttore “ideale” (le virgolette sono d’obbligo), e nello stesso tempo uno spunto di discussione.

La prima caratteristica che cerco in un traduttore è la professionalità. Professionalità per me significa ad esempio:
– rispetto dei tempi;
– uso consapevole degli strumenti informatici, e in particolare dei CAT;
– fatturazione facile;
– facilità di lavorarci insieme.

Il costo sarà conseguente a queste caratteristiche, ma non è il punto principale. Io devo far quadrare i conti ma non ho mai cercato il fornitore meno caro (non può essere un assioma – dipende da tanti fattori), cerco piuttosto il fornitore che risolva per me e con me dei problemi, e che parli la mia stessa lingua – […] continua a leggere »