Ho visto il logo che avevamo studiato con amore, tu e io, a rappresentanza del nostro Piemonte (“la lenga dël cheur”), copiato e incollato come se niente fosse.
Come se bastasse un copia e incolla, un “cit.” qualunque, a raccontare tutta la storia.
Se copi almeno copia giusto. Cita la fonte.
Ricordati di Batista.
Lòn ch’a dirìa Batista?
Batista, prima di tutto, direbbe “chi cazzo a sa lòn ch’a l’é giust”.
Allora ho preso il Manuale di cattiveria per piccoli lupi (grazie Paola):
Regola 4. Se squittisce, mangialo.
Regola 5. Gli altri, tutti al diavolo.
C’è il vento fuori. Forse pioverà, questa notte. Quindi adesso è Prima della pioggia. (No, non l’ho capito quel film, ma credo sia il più bello che io abbia mai visto; e che cosa significa capire, dopo tutto?)
Non mi importa di non essere capito, mi importa di scrivere i miei pensieri. Fissarli. Renderli imperituri.
Imperituri per me. Gli altri, tutti al diavolo. Perché questa mattina ho giocato a golf, e nemmeno male per la verità, ma meno bene di quanto avrei potuto perché ascoltavo le voci intorno a me, i miei compagni di gioco. Compagni e avversari.
Ma gli altri, tutti al diavolo. So sbagliare da me.
E non mi importa del logo, voglio che si sappia. È stata l’occasione scatenante; ma il punto è che so sbagliare da me.
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