Aprilis


Ho guardato il cielo questa mattina. Ho annusato l’aria. Ho sentito freddo alle mani. Per un attimo mi sono sentito un uno tutto con ciò che mi stava intorno.

Ho pensato anche all’estrema assurdità della situazione attuale, che però a ben pensarci non è molto diversa da una situazione normale – nel senso che la vita di per sé non ha spiegazione.

Ho pensato a questo giorno come un giorno di passaggio, come giorno in cui le propaggini estreme dell’inverno si sciolgono per lasciare spazio alla primavera che irrompe sicura. Perché oggi comunque è aprilis, il mese in cui la natura si apre alla vita in maniera non dipendente da ciò che accade o non accade.

Perché la natura comunque fa il suo corso a prescindere dalla nostra volontà e dalle nostre azioni. Lo dice bene Montale:

La storia non giustifica
e non deplora,
la storia non è intrinseca
perché è fuori. La storia non somministra
carezze o colpi di frusta.
La storia non è magistra di niente che ci riguardi.
Accorgersene non serve
a farla più vera e più giusta.

Ho pensato che in un mondo dove non esistono certezze uno dei miei pochi capisaldi è la scrittura, un granito che rimane comunque nello sciogliersi di qualunque certezza: e dunque scrivo. Se questa scrittura non porta da nessuna parte non ha nessuna importanza, è un argomento del tutto secondario. E qui mi viene in soccorso Fortini:

La poesia
non muta nulla. Nulla è sicuro, ma scrivi.

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