Nelle settimane scorse ho fatto, per la seconda volta in vita mia, il fitting dei miei bastoni. Oggi parlerò soprattutto dell’utilità che questo passo può avere per il golfista.
Innanzitutto, la prima volta per me era stata quasi tre anni fa, in previsione della preselezione di Nepi (i famosi “giri”), ma per diversi motivi che non starò qui a elencare ero rimasto profondamente insoddisfatto del servizio ricevuto dal precedente fornitore. Questo mi aveva allontanato dalla cosa per diverso tempo.
Ma gira e rigira, il fitting ritorna. Il fitting dei bastoni è fondamentale a tutti i livelli, e soprattutto per il golfista di handicap medio/alto: pare un controsenso, ma un bravo golfista potrebbe giocare più o meno con qualunque attrezzo, mentre gli attrezzi giusti contribuiscono a togliere parecchi colpi a chi colpi ne ha ancora tanti.
Il problema di fondo è la situazione asfittica del golf in Italia, per cui questa attività è di fatto una nicchia della nicchia. Ma tant’è; un paio di mesi fa mi sono deciso, epperò avevo il problema di trovare una persona seria, preparata e competente che mi seguisse come si deve.
E, casualmente, l’ho trovata in Federico Panetta, che opera al Golf Orbassano. Abbiamo fatto tutte le misurazioni del caso – ah, quanto adoro i numeri! – e siamo giunti ad alcune conclusioni: ferri accorciati di 3/4 di pollice, lie riportato allo stato originale (neutro), grip sostituiti (i precedenti erano, nelle sue parole, “imbarazzanti” – come dargli torto?). E poi ho sostituito il vecchio ibrido e il ferro 4 – che è di fatto ormai troppo difficile per me, rispetto alla facilità di gioco e alla leggerezza di sensazioni di un ibrido – con due ibridi Titleist.
Va da sé che consiglio assolutamente il fitting per qualunque golfista seriamente intenzionato a diventare il golfista migliore che possa diventare; e, di conserva, consiglio assolutamente il servizio e la competenza di questa persona preparata e tranquilla.
È importante, nel momento in cui si decide di fare questo passo (passo, oddio, è una cosa semplicissima – il problema è che il golf in Italia è ancora oggi sport quasi di elite, mentre per esempio negli Stati Uniti smise di diventarlo quando Francis Ouimet vinse da dilettante lo US Open nel 1913), avere grossomodo un’idea di che cosa si vuole ottenere: questo perché più le domande saranno specifiche, più i risultati potranno essere in linea con i bisogni del golfista.
Per chi è interessato ad approfondire l’argomento da un punto di vista teorico segnalo questo libro. Ma in sostanza va detto che c’è un mondo, lì dentro, un mondo di benefici per il golfista: dopo aver misurato lunghezza dei bastoni, lie, lunghezza col drive e coi vari ferri non mi immagino più il mio golf senza cose del genere. Il vantaggio per il golfista è grande, senza dubbio.
Commenti
Clubfitting: http://t.co/iSjNfhhFI3 [del perché e del percome il fitting dei bastoni ti sarà utile]
Ciao Gianni,
come darti torto, è un po’ come comprare un vestito e poi farlo sistemare alla sarta amica della mamma, il vestito è sempre quello ma quando lo indossi lo senti più tuo, con i bastoni credo sia lo stesso, però dopo un fitting fatto bene non te la puoi più prendere neanche con l’attrezzatura… 🙂
Belli gli ibridi, anche se tutte quelle viti e regolazioni mi danno l’idea di qualcosa di delicato e fragile, io sto risparmiando per comprarne uno così da poter sostituire il ferro 3, e se riesco anche il ferro 4.
Dato che sei l’unico che mi ascolta ti volevo dire che sono tornato sull’executive dove avevo girato in 71 colpi, questa volta ho girato in 65 colpi, con un gioco tutto sommato discreto, la schiena inizia a girare meglio quindi per ora mi ritengo soddisfatto.
“Lunico che ti ascolta”, maddai! 🙂
Comunque sì, dopo il fitting ho provato solo sensazioni positive. Ora ci devo lavorare – e tanto -, ma questo mi rende contento, perché so il risultato non può che essere uno swing più mio, davvero mio.
Ferro 3??? Mauroooooooooo!!!
L’ibrido non è per nulla fragile, anzi! Le regolazioni servono all’inizio, poi se cambi qualcosa nello swing potrai modificare anche quelle ma sostanzialmente rimarranno le stesse (almeno questa è stata la mia esperienza col driver, che ho da quasi tre anni e funziona alla stessa maniera).
Infine: bravo per il miglioramento. Mi sovviene quel dialogo tra Ben Hogan e Gary Player:
– Bravo ragazzo, ben fatto; diventerai un grande giocatore. Esercitati tanto.
– Certo, pratico almeno quanto fa lei, Mr. Hogan.
– Bene. Ora raddoppia.
Ciao!