I libri dedicati al golf esercitano un fascino particolare su di me, spesso devo farmi violenza per non comprare questo o quel volume – se potessi, li acquisterei tutti. Adoro i libri usati, e ho scoperto qualche tempo fa questa libreria online dove solo gli usati sono oltre mille.
Per 2,49 sterline ho comprato questo libro; senza un motivo specifico, ma perché adoro leggere le storie dei campioni di golf.
Trovatomelo davanti poi, quando è stato il momento di iniziarlo mi sono chiesto perché avevo speso quei soldi, per quanto pochi. E non sono riuscito a darmi una risposta precisa (davanti ai libri mi sento come mia figlia piccola davanti a una vetrina piena di oggetti marchiati Hello Kitty: questa è la verità).
Ma la storia mi ha preso subito: perché ben raccontata, perché molto emozionante, perché istruttiva. Apprezzo l’umiltà della persona, il suo senso del dovere, l’ammirazione per il padre. Ho adorato quel concetto di “golf totale”, ovvero la fortunata esposizione al golf cui sono stati soggetti Davis Love III e suo fratello Mark da piccoli: avevano la libertà – ma non sono mai stati forzati in nessun modo – di giocare a golf nella maniera che preferivano.
Ho ritrovato concetti espressi in maniera brillante e chiarissima in ambiti assolutamente non correlati al golf, come qui e qui. L’idea, per esempio, che il talento è indispensabile per diventare dei numeri uno, ma un ruolo altrettanto importante – o, dovrei dire piuttosto, fondamentale – lo giocano il caso e il fatto che si raggiungano le diecimila ore di pratica in una determinata disciplina già negli anni della formazione. (Ah, se avessi avuto un papà golfista…)
Il libro amalgama la vita di Davis Love III con insegnamenti del padre. E non è agevole, ma probabilmente nemmeno utile, distinguere che cosa proviene dall’uno e che cosa dall’altro, tanto le due vite sono state intrecciate. Ecco allora qualche passo che mi ha colpito in maniera particolare:
Confidence is born of proper practice. If you practice well, you can do the things on the practice tee that will be demanded of you on the golf course, then you can play with confidence. And if you can play with confidence, you can play well (p. 60).
[La fiducia in se stessi nasce dalla pratica corretta. Se pratichi bene, puoi fare in campo pratica le cose che ti saranno richieste in campo, e allora potrai giocare con fiducia. E se puoi giocare avendo fiducia in te stesso, allora puoi giocare bene.]
Develop one part of your game, and then move on. Improve one thing and move on. Golf is a circle. Keep moving to the next station. Sooner or later, you’ll come back to where you were, then that part will need attention. Don’t try to perfect any one part of the game. That’s a sure road to burnout. Just improve, and move on (p. 61).
[Sviluppa una parte del tuo gioco e poi passa oltre. Migliora una cosa e passa oltre. Il golf è un cerchio. Bisogna che tu vada al passo successivo; prima o poi tornerai dov’eri, e allora quella parte di gioco richiederà la tua attenzione. Non cercare di perfezionare i vari aspetti del tuo gioco tutti insieme: sarebbe la strada sicura per l’esaurimento. Semplicemente migliora e vai avanti.]
Davis parla del rapporto del padre con i propri allievi:
Dad made these people feel better about the future of their golf games, and for many people that meant feeling better about themselves (p. 113).
[Papà faceva sentire meglio queste persone a riguardo del futuro del loro golf, e per tanti tra loro ciò significava stare meglio con se stessi.]
E qui invece il padre parla alla nuora, incinta della primogenita e preoccupata per non poter più fare tutte le cose che desiderava col marito:
We know you’re upset. But you have to understand that everything happens for a reason and everything’s going to work out fine (p. 123).
[Sappiamo che sei turbata. Ma bisogna che tu capisca che tutto accade per una ragione, e che ogni cosa andrà al suo posto.]
Insomma è un libro da cui si possono trarre grandi lezioni, per il golf e – soprattutto – per la vita.
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