Oggi papà avrebbe compiuto 89 anni. Ma poiché io trapasso, tracimo, percolo in lui, poiché più passa il tempo e io – senza nemanco accorgermene – divento lui, penso che questa affermazione non sia del tutto esatta. Io credo che sia più corretto dire che oggi papà compie 89 anni.
Perché papà vive, e come! In me almeno è vivissimo e presente.
Perché sempre più spesso mi accorgo di fare delle cose, di essere dentro a dei gesti, che sono gli stessi che faceva lui. Per esempio piego la testa di lato in un determinato modo, di fronte a una certa situazione, e mi accorgo che lui ha fatto precisamente la stessa cosa millanta volte in situazioni simili; la sola differenza è che ora vedo quella cosa da dentro, mentre prima vi assistevo da fuori.
Perché di lui mi accompagnano tutte le immagini e i ricordi che ho. Mi accompagna il suono della sua voce, che ogni tanto vado a ritrovare in qualche video casuale fatto per sbaglio. Mi accompagnano le fotografie.
(Dalle fotografie, e dai miei ricordi, viene fuori sempre un uomo che è stato sereno in tutti o quasi i momenti della sua vita matura, e mi chiedo – senza sapermi dare una risposta – perché invece io sono così pieno di cripte e di buchi, di scappatoie e di sotterfugi, di vie traverse, di serpentine.)
Mi accompagnano le Rosine, questa casa immensa che è il segno di una famiglia e che dunque va oltre una singola generazione o una singola persona. Mi accompagna il libro che ho scritto per salutarlo (e che tra parentesi vedrà presto la luce, comunque sia), e di conseguenza il lavoro che ho fatto su di me nei due mesi successivi alla sua dipartita per lasciarlo andare in maniera completa, lieta, serena e definitiva.
Non ho bisogno di segni per ricordarmi di papà. Papà è dappertutto intorno e dentro di me. E in ogni caso quando mi accorgo di fare le cose come se fossi lui provo un senso di rassegnato orgoglio: ovvero da una parte sono contento, e dall’altra mi sembra che le cose non possano comunque cambiare. Le stele a jë smijo ai such (“il frutto non cade poi tanto lontano dal suo albero”), come si dice.