Sabato mattina, aeroporto di Cagliari Elmas. Sono in attesa del volo che mi riporterà a casa, mi guardo intorno, rifletto sul non-luogo per eccellenza e penso invece a quanto sia pieno di vita reale.
Gli incontri casuali, gli affari che hanno inizio, le conversazioni, la stanchezza di un’attesa, l’emozione del primo volo… Mi sovviene Jovanotti (là era la città, ma è uguale):
una pentola che cuoce pezzi di dialoghi
come stai quanto costa che ore sono
che succede che si dice chi ci crede
e allora ci si vede
Penso ai pensieri delle persone, ai discorsi, agli sguardi, alle emozioni che danno vita e valore ad un luogo che è di passaggio per eccellenza. Mi sento in armonia con tutte le persone presenti, questo non-luogo è in questo momento una metafora chiara della vita.
un saluto dall’isola, forse di Itaca, non luogo per eccellenza, passaggio di pensieri e amici, meta e punto di inizio di un nuovo viaggio…
grazie per la tua splendida accoglienza nell’isola delle partenze e dei ritorni!
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Oh io adoro gli aeroporti, e da brava consumista compulsiva quasi mi dispiace che si passi sempre meno tempo ai terminal, da quando si possono fare quasi tutte le procedure di imbarco da casa!