Giu 17

Adesso basta
Ci sono libri – pochi – che non ti fanno dormire la notte, che ti fanno pensare, pensare, pensare e poi ti fanno agire. Agire. Adesso.

Ieri ho passato la mattina per bancarelle e librerie, e alla Feltrinelli di Torino c’era un libro che pareva mi guardasse, Adesso basta. Ho cercato di ignorarlo, ma cercava proprio me. L’ho comprato, portato a casa, nel pomeriggio ho cominciato a leggere le prime pagine e ho pensato: “Ehi, ma queste sono le stesse cose che dico e che faccio io, esattamente queste!”

Ho imparato, ad esempio, che quel che faccio da un paio d’anni a questa parte si chiama downshifting.

Ho evidenziato alcuni passaggi:

I prodotti, la loro accessibilità, la loro apparente convenienza sono sufficienti a spingere orde intere di persone, pure benestanti, pure acculturate, a uscire tutte le mattine da casa con la loro vettura fiammante, a percorrere a passo d’uomo strade intasate, a lavorare per dieci, dodici ore in modo sempre identico, sentendosi anche privilegiate, e poi a ritroso, e poi ancora avanti, senza che ci sia un ordine perentorio, senza che qualcuno alzi la voce. (p. 7)

Scrivere e navigare erano la mia vita, cose a cui il pensiero andava costantemente. (p. 16) [ho pensato ehi, togli navigare e metti il golf e quello sono io, sputato!]

Quando si dice “no” a qualcosa dopo si sta meglio, dopo si fa quello che si desiderava: ciò per cui il no era stato partorito. (p. 19)

Io sono un ragazzo fortunato – lo so, lo so bene –, ma leggere la storia di un ex manager di successo che oggi “si dedica interamente a scrivere e navigare” mi fa pensare che non sono da solo ad avere cambiato, che una vita migliore è possibile non solo per me ma per chiunque voglia fare il salto. Purché, volendolo, cominci adesso – adesso – a programmarlo.

Ora approfondirò la lettura, leggerò il suo blog, penserò molto. Ma il messaggio è chiaro:

una vita migliore, più ricca di significato e fatta a nostra misura, è possibile. Che cosa ne pensi?


10 commenti “Simone Perotti, Adesso basta”

  1. Peter Eustace ha detto:

    Ho fatto un “downshifting” anni fa quando due clienti in bancarotta (+ o – fraudolenti) mi hanno costretto a licenziare sei dipendenti. E’ stata la cosa più fortunata della mia carriera.

  2. silvina ha detto:

    si, una vita migliore È possibile, basta crederci… E’ vero, anche se a volte uno sembra perdersi….

  3. giannidavico ha detto:

    No Silvina, crederci non basta. Bisogna agire – agire adesso. Che cosa stai aspettando, acnora? 🙂

  4. simone perotti ha detto:

    grazie! sono onorato di tanta attenzione. spero di non deludere così grandi aspettative. Ma in fondo… non posso deludere nessuno. Non propongo alcun metodo, alcuna formula. Dico solo che “è possibile”! Io l’ho fatto. Ognuno sa cosa e come deve fare lui…
    ciao a tutti!

  5. giannidavico ha detto:

    Ieri sera, Simone, ho finito il tuo libro. Che magnifiche sensazioni! Mi sono riconosciuto in tantissime cose che scrivi, come mi sento davvero io adesso – in un venerdì mattina qualunque – sulla strada per un campo da golf dove passerò il pomeriggio. E i miei clienti non ne soffriranno! Certo, dietro a ciò ci sono anni di preparazione – tu dici 12, io credo che ne bastino meno ma la sostanza non cambia: vivere secondo i propri termini è possibile. Grazie grazie grazie

  6. Sedds ha detto:

    Adesso basta: libro che punta sull’ignoranza della gente, facendo credere che esista un modo per smettere di lavorare (il libro è sottotitolato: come smettere di lavorare…) ma che in verità contiene solo banalità ed esempi per gente che guadagna 5000 euro al mese! Perotti si è comprato una barca a una casa senza fare mutuo, poi ha smesso di lavorare e adesso fa lo skipper nel mediterraneo per i turisti. Quanti di voi hanno i soldi per farlo? Incominciate il vostro downshifting risparmiando i soldi che spendereste per questo e altri suoi libri.

  7. giannidavico ha detto:

    C’è un punto su cui Perotti insiste molto, ed è il fatto che non è corretto mettere sempre l’accento sui soldi. (Io non faccio il suo avvocato difensore, ma su questo sono molto d’accordo.)

    Non è questione di 5mila euro al mese, né di qualunque altra cifra. Il punto è la volontà di volerlo fare. Perotti ci ha messo tredici anni per arrivare alla vita che veramente voleva; a parer mio ne bastano meno. Ma in ogni caso non sarà certo un libro a cambiare la tua vita.

    La tua vita cambia se, e solo se, tu vuoi che cambi. Allora farai i passi necessari per arrivare dove vuoi arrivare. I soldi sono solo una scusa, la più semplice e immediata, per evitare di guardarsi allo specchio.

  8. Luigi Muzii ha detto:

    Qualcuno però mi dovrà spiegare prima o poi perché un politico che dichiara di percepire 141.000 euro l’anno e si dice povero suscita indignazione e uno come Perotti non dovrebbe.

  9. giannidavico ha detto:

    Del politico non so; ma Perotti ha costruito la sua fortuna, ha saputo immaginare un percorso e poi l’ha creato. C’è visione in questo, volontà e anche fortuna.

    Addirittura indignazione! Se Perotti non piace basta passare oltre!

  10. Uomini senza vento ha detto:

    […] perfettamente la posizione del suo Adesso basta, che mi guardava dritto in faccia alla Feltrinelli di Torino, le sensazioni provate durante la lettura e i benefici avutine dopo (e che proseguono […]

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