Avevo un problema grosso. Per tutta la settimana scorsa avevo continuato a pensare a quello che era successo la domenica precedente, a casa mia nel mio rifugio tra i monti. È qualcosa che sono riuscito ad elaborare solo l’altro ieri, sabato, salendo al bivacco Rousset, che è un luogo che mi dà pace e tranquillità.
Sì, un fatto molto simile mi era successo l’anno scorso, quando salendo lassù avevo avuto la sensazione magnifica di liberarmi completamente dei problemi avuti con l’INPS che mi avevano tolto il sonno per un paio di anni: fu proprio come togliermi un peso, una splendida metafora della leggerezza dopo il tormento.
Questa volta è stato un po’ diverso, nel senso che sono salito lassù magari un po’ inconsciamente ma di fatto con l’idea di pensare, di riflettere, di sistemare le cose dentro di me. E quando sono arrivato in cima a quelle montagne sono stato in grado di capire quello che non riuscivo a razionalizzare.
(Non era #ER16, come hanno paventato alcuni amici! I bambini non hanno fatto alcun disastro, e nessuno si è lamentato!)
Ho capito che il nostro padrone di casa ha compiuto un atto sbagliato. (Non interessano qui i dettagli, basterà dire che ha avuto un atteggiamento che colpisce e offende una famiglia – la mia – che dalla notte dei tempi anima quel luogo.) Mi sono messo il cuore in pace, ho capito che posso anche rischiare di “perdere” il mio rifugio e pazienza, però devo dire a lui come stanno le cose e come la vedo io, perché quello che ha fatto non è giusto.
E insomma una volta che ho capito questo semplice fatto sono stato molto più tranquillo. Ho capito veramente perché ero salito fin lassù: in effetti era proprio per quel motivo lì.
E allora il discorso generale, al di là di quello che è successo a me, che può essere importante o meno, è che camminare chiarifica i pensieri. Camminare in montagna li chiarifica ancora di più, li pulisce veramente.
E quindi l’andare nel mio rifugio tra i monti mi sembra già un’ottima occasione per sistemare le cose; ma a volte può non bastare, e allora devo salire un po’ più in alto, per esempio ai 2300 e rotti del monte Grum, e sedermi lassù in perfetto silenzio. E così certamente le cose – almeno dentro di me, e senza fare alcunché di particolare – si risolvono.