Giu 25


… e ho dormito tutto il pomeriggio. (Ne avevo bisogno, nella mia cittadina l’estate è tremenda, la quiete è praticamente assente – non divento silvano per caso.)

A volte in questo luogo mi prende una gran nostalgia, un sentimento che sta tra la voglia improvvisa di dormire (Leo Buscaglia, La via del Toro) e Montale (Vissi al cinque per cento), passando per l’attacco dell’ottavo canto del Purgatorio (“Era già l’ora…”).

Ma l’altro giorno la nostalgia era assente. Ero sereno. E ho sognato. Ho pensato alle nostre figlie, ho pensato alle cose importanti della vita.

Sentivo questa ragazzina e questa bambina che cantavano in coro, mi sentivo felice. Era tutto reale, non era un sogno.

Ho pensato che devo usare la bici o andare a piedi ogniqualvolta sia possibile, come succedanei della mia bella Jeep.

Ho pensato a quanto è importante vivere fino in fondo qualunque cosa mi accada oggi, positiva oppure negativa, che comunque tra cent’anni non avrà nessuna importanza.

E poi questa mattina ci sono una luce così tersa, una brezza leggera e un cinguettio continuo che ti fanno per forza sentire in pace.


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