Giu 24

il calzolaio con le scarpe rotte
Una decina di giorni fa sono stato per giorni interi in assoluta distonia con me medesimo: mi sembrava che qualunque cosa facessi non potesse che essere sbagliata e non portasse comunque da nessuna parte. Possibile, mi dicevo, che io sia tanto bravo a indicare la strada agli altri ma non la so trovare per me?

Poi, però, ho pensato alle cose belle che mi circondano. Certo se non stai bene il sorriso non ti potrà tornare d’incanto, ma comunque a poco a poco le cose cambiano.

Alla fine mi pare che potrei anche piantarla lì (con il blog per esempio), dire ai miei venticinque lettori che mi sono sbagliato, che mi prendo una pausa eccetera. Ma invece no, mi sembra più vero – non utile forse, chissà se serio, ma vero certamente – registrare i miei pensieri e le mie difficoltà.

Mi conforta Eduardo e quel che scrisse in un suo diario:

Capire, in fondo, è inutile.

È una massima che cito spesso perché rende l’idea. In un mondo che va a rotoli, in un mondo dove le prospettive per i giovani sono quasi ridicole, quantomeno l’idea di essere liberi dentro la propria testa, registrare i propri pensieri e prenderli per quello che sono, almeno questo è un valore.

Ecco, io non ho nessuna risposta e tanti dubbi ma una cosa la so per certo, se rinasco voglio rinascere Gianni Davico, con tutti i miei difetti e gli errori e le ferite, anche quelle che non si rimargineranno. Tanti sogni si sono infranti ma io resto qui a registrare i miei pensieri, accada quel che accada.


3 commenti “Il calzolaio con le scarpe rotte”

  1. […] [io resto qui a registrare i miei pensieri, accada quel che accada]. […]

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