Il bicchiere è per me sempre mezzo pieno: sempre e comunque e per definizione. A volte, però, faccio fatica a credere alle mie stesse parole.
Passano gli anni e vedo che non riesco a modificare il mondo come vorrei. Lasciare il segno, andare oltre. Pavese, nel diario:
Sei consacrato dai grandi cerimonieri. Ti dicono: hai 40 anni e ce l’hai fatta, sei il migliore della tua generazione, passerai alla storia, sei bizzarro e autentico… Sognavi altro a vent’anni?
Ebbene? Non dirò ‘tutto qui e adesso?’ Sapevo quel che volevo e so quel che vale ora che l’ho. Non volevo soltanto questo. Volevo continuare, andar oltre, mangiarmi un’altra generazione, diventare perenne come una collina.
Diventare perenne come una collina. Resistere al tempo. Fare birdie tirando da un parcheggio.
Montale: “Vissi al cinque per cento”. Non è un po’ poco?
L’altra sera dicevo: “Che tragedia! Ho già tutti questi anni e fatto solo il cinque per cento di quel che avrei voluto”. Mia figlia piccola, però, mi ha risposto senza pensarci troppo: “Ma tutto il resto puoi ancora farlo”.
Allora i pensieri neri come d’incanto sono svaniti. Forse per poco, e certo non definitivamente, ma per un po’ almeno si sono allontanati.
La moglie di Ben Hogan, Valerie, un giorno disse al marito, che si lamentava di non riuscire a fare un numero sufficiente di birdie, che la soluzione era semplice: “Honey, hit it closer”. E lui stesso riconobbe quel momento come fondante di tutta la sua carriera.
E quindi? Quindi vivo al cinque per cento ma non fa niente. Si può ricominciare sempre, anche con i capelli grigi, si può ricominciare adesso.
Ricomincio adesso.