Giu 22

Montemale di Cuneo
Mi sono imbattuto negli scritti di Franco Arminio.

Ho cominciato da qui. Poi sono passato a questo libro. Altri seguiranno.

La paesologia è un argomento che di fatto conosco bene, anche se questo termine non l’avevo mai sentito prima. Lo conosco perché nei fatti la paesologia mi tocca ogni volta che mi trovo nel mio rifugio tra i monti. (Osservo e ascolto, sostanzialmente.)

Appena ho cominciato a leggere gli scritti di Arminio mi sono venuti in mente alcuni collegamenti. Il primo è con Marco Paolini e tanta parte della sua opera (I cani del gas, in particolare). Attraverso Paolini ho pensato poi a Zanzotto e al suo paesaggire (ne avevo parlato qui), come una sorta di passaggio laterale. L’altro autore che mi è sovvenuto quasi subito è Gianni Celati (Verso la foce per primo); e non mi hanno stupito per nulla le parole ultime del primo libro di Arminio che ho letto, Vento forte tra Lacedonia e Candela: “Un ringraziamento particolare a Gianni Celati che è stato il primo a credere nella mia prosa”. Mi è sembrato un ri-conoscere qualcosa che sapevo già. Hai presente quando arrivi in un luogo – virtuale o reale, è lo stesso – e incontri qualcuno che non conosci ma che sai per istinto che è proprio come te? Ecco, questo.

Vento forte ha dei cedimenti, ogni tanto; è ripetitivo a tratti, e la lettura procede qui e là con fatica. Ma ha dei punti dove non puoi che pensare che non può che essere come dice Arminio:

Forse è il tempo che gli scrittori lascino le città e prendano la via delle montagne e dei posti sperduti. Da questo volontario esilio rispetto alle città-garage potrebbe nascere un nuovo umanesimo in cui l’uomo capisca di essere un animale tra altri animali e non l’ingorda creatura che si sta mangiando il pianeta.

Terracarne
Certo, il mio paese tra i monti (218 abitanti all’ultimo censimento) è ben diverso dai paesi che Arminio descrive; e poi tecnicamente casa mia è in una borgata di una frazione del paese, ovvero è un luogo solitario e non di comunità. Ma il senso dell’esistenza di quel paesino abbarbicato tra i monti è ben chiaro e presente in me. Per questo nella scrittura di Arminio riconosco tanto di quel che ho scritto e pensato in questi anni.

In sostanza mi sembra di essere proprio all’inizio di questo cammino, e che ci sia moltissimo da fare. Io sono pronto a fare la mia parte – più precisamente, la sto già facendo. Se questo servirà a qualcosa ignoro, ma certamente servirà a me per capire delle cose, per vivere delle esperienze, per avvicinarmi a un concetto di vita che mi appartiene.


2 commenti “Franco Arminio, paesologo”

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