Ago 24

libri Goldoni
La mia passione per la scrittura e i libri di Luca Goldoni ha origini abbastanza lontane. Dopo tre anni passati a studiare (si fa per dire) economia, avevo da poco fatto il passaggio a lettere, ovvero alla sola facoltà cui davvero avrei potuto appartenere, e un’amica mi consigliò questo autore che non conoscevo. Fu un amore subitaneo e totale, e la sua leggerezza di scrittura è stata una delle pietre miliari per il mio scrivere.

(Non credo di averlo mai raccontato, ma espressioni come appoggiami il formaggio sono diventate parte del lessico familiare di casa Davico. Da noi sarebbe impensabile passare il formaggio: si può soltanto appoggiarlo.)

Qualche anno fa ebbi la fortuna di conoscere lo scrittore di persona, e insieme a lui il figlio Alessandro. È un’amicizia distante, fatta di contatti rarefatti, ma che mi rallegra in pieno.

Ebbene, ora padre e figlio hanno dato alle stampe Francesco Baracca. L’eroe dimenticato della grande guerra, che è una sorta di biografia romanzata di un eroe oggi abbastanza messo da parte. Mi è venuto bene, quindi, approfittare di questo legame per fare a loro qualche domanda sul libro, che personalmente ho trovato fresco e leggero.
Baracca
– Com’è nata l’idea del libro?
Fra i tanti libri per i cento anni della prima guerra mondiale, mancava il ricordo dell’eroe dell’aviazione Francesco Baracca.

– Che cosa in particolare vi ha attratto del personaggio?
Ha realizzato con mezzo secolo di anticipo il famoso pensiero di Che Guevara: indurirsi senza perdere tenerezza.

– Come sarebbe diventato Francesco Baracca se fosse invecchiato?
È difficile immaginare da vecchio un uomo che ha vissuto così intensamente ogni istante della sua brevissima vita.

– Qual è l’insegnamento principale che ci resta di lui?
Che la vita e la tenacia vincono la paura.

Un concetto importante del libro, ribaditomi da Luca Goldoni in una cordiale telefonata di qualche giorno fa, è che un eroe come Baracca era abituato a vivere per così dire su due piani: perché da una parte c’erano le feste, la mondanità, le belle donne e la bella vita di cui un personaggio come lui faceva parte in maniera naturale, ma dall’altra c’era la consapevolezza che il giorno dopo ci si poteva alzare per andare a combattere e anche morire. Questo a differenza di chi andava in trincea, che a un certo punto veniva quasi a sperare di farla finita, perché non ne poteva più delle condizioni di vita disperate, della fame, dell’igiene assente e così via. Francesco Baracca potrebbe essere paragonato a uno di quei protagonisti dei romanzi ottocenteschi di cappa e spada, con una vita bellissima e – allo stesso tempo – la possibilità concreta e reale di morire.

In due parole questo è un libro gradevole e di rapida lettura, che attrae come un romanzo – non di cappa e spada, ma come un racconto fresco dei giorni nostri. Grazie, Luca e Alessandro, per averlo immaginato e scritto.


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Un commento a “Luca e Alessandro Goldoni, Francesco Baracca”

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