Feb 22

… che poi la figura del vecchio saggio mica mi si addice. Solo perché ho scritto un libro sul tema della felicità o perché ne parlo spesso qui non significa che le mie esperienze siano di qualità “migliore” rispetto a quelle di chiunque altro. Sono, semplicemente sono.

Per me la sostanza è duplice: condividere e raccontare. Condividere, perché poter far sapere che ho scoperto che si potrebbe fare così, che la tal cosa funziona (almeno per me) può essere d’aiuto o di conforto a chi legge. Raccontare, perché mettere su carta i pensieri serve a ordinarli, a dare un senso alle cose che poi, alla fine delle fini, non hanno senso alcuno. Non posso fregar la morte, insomma, ma posso morire da vivo.

E il sugo di tutta la storia, alla fine, sono le sensazioni. Ieri ho camminato lungamente nel sole, 16 chilometri di colline, stradine e per la mia cittadina, e il sugo sono i pensieri che quel camminare produce. Il sugo sono le cose che voglio fare ancora, correre tantissimo e tirarla lunghissima e dritta sul campo da golf e attraversare la Corsica a piedi e tutte queste esperienze senza significato – e scrivere e descrivere le sensazioni provate lungo la via. Jakob Burak:

Il segreto del successo, secondo me, è che non c’è nessun segreto, e chiunque arrivi in cima si accorge che non c’è nessuna cima.

In cima non c’è nessuna cima: ecco questo, per esempio, l’ho scoperto.


3 commenti “Gianni il saggio”

  1. sabina ha detto:

    Da quasi un anno ho iniziato a fare Nordic Walking. Stavamo pensando di organizzare un coast-to-coast italiano, perché qualcuno di noi già l’ha fatto (ex maratoneti cui l’ernia ha imposto altri ritmi). Sto scoprendo un mondo nuovo, quello della camminata con i propri pensieri, che non pensavo potesse piacermi così.

  2. giannidavico ha detto:

    Ecco Sabina, questa è una bellissima cosa – dimmi di più per piacere.

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