Ho iniziato a usare Google+, ecco a seguire qualche mia considerazione sparsa.
1. In generale, il mondo del web sta diventando sempre più caotico. Ma forse non è nemmeno l’aggettivo giusto; diciamo che le regole fisse di prima continuano a cadere (è molto difficile, per esempio, definire un “libro”, oggi). Non so se è un bene oppure un male; propendo per la prima ipotesi, ma credo che comunque sia un dato di fatto e prima ci adeguiamo e meglio è.
2. L’interesse intorno a questo oggetto “misterioso” è molto grande. Lo deduco anche dal fatto che tanti amici hanno creato la loro pagina e messo la loro foto senza fare altro. Insomma stabiliamo la presenza, poi qualcosa succederà. Bene, secondo me; e poi il secondo logico passo sarà quello di cominciare ad utilizzarlo.
3. Utilizzarlo vuol dire necessariamente fare errori, come ho visto fare qualche giorno fa a Chris Guillebeau: e questo io lo trovo assolutamente positivo, perché fare errori significa salire nella curva dell’apprendimento e di conseguenza essere in posizione favorevole tra qualche tempo, quando altri staranno facendo i loro inevitabili errori per capire come diavolo funziona questo strumento.
4. Facebook. È curioso, ma l’avvento di Google+rende all’improvviso obsoleto e quasi superato Facebook, che fino a ieri era il social network per antonomasia. Sarà un bello scontro tra titani.
5. In conclusione non mi è ancora assolutamente chiaro come funzioni questo strumento: ma intanto ci sono, faccio le mie esperienze e così via. Il mio ovvio suggerimento è di provarlo ora per poi poter decidere con coscienza di causa se rimanervi (scommettiamo che accadrà?).
Ho provato ad entrarci, ma mi è stato comunicato con un messaggio che Google+ è aperto per il momento ad un numero limitato di persone. Non ho capito molto nemmeno io come funzioni. Probabilmente avrò commesso anch’io qualche errore. Ma non importa, l’ho visto. Non sapevo nemmeno della sua esistenza. Grazie, Gianni!
Ti ho mandato un invito tramite email. E comunque credo che ben pochi a oggi abbiano capito davvero come funzioni; ma so anche che capire, come diceva Eduardo, è in fondo inutile.