Apr 16


Dopo Milano, a corso terminato, la mia domanda a me stesso è stata: “Avrò consegnato abbastanza valore a chi ha speso dei soldi e del tempo per venirmi a sentire?” A giudicare dai feedback la risposta è positiva, ma rimane sempre qualcosa che si sarebbe potuto fare meglio, qualche dettaglio da aggiustare eccetera.

Qualche giorno fa ho sentito, non ricordo più da chi, un concetto del tipo “chi insegna ad un bravo allievo impara due volte”. Sì, alla fine l’essenza del trasmettere la conoscenza sta tutta nella conoscenza che di rimando se ne deriva.

Abbiamo parlato di marketing, naturalmente, di CAT, di fatture e quant’altro. Ho cercato di fare una panoramica il più possibile completa sulla professione. Già, perché l’idea fondante non è che il traduttore è bravissimo a tradurre e basta: no, il traduttore è bravissimo a tradurre e (almeno) bravo – molto bravo è meglio – a fare le fatture, negoziare, vendere e così via.

Un professionista è un professionista a tutto tondo, insomma. Questo è il concetto che abbiamo cercato di far passare.

Ma, come ha giustamente fatto notare una partecipante sabato, “perché io devo spendere dei soldi per dei concetti che, con la laurea che ho, dovrebbero essere dati per saputi?” Già, perché? Anch’io preferirei che non ci fosse il bisogno di seminari come il nostro: ma a giudicare dalla risposta del pubblico il bisogno c’è, e come!

Tanto abbiamo già fatto, tanto e ancora di più rimane ancora da fare. Infatti non è certamente finita qui. E lo dico con le parole di Chris Guillebeau:

I would do it again tomorrow. Next time I want to do a 7-continent book tour.


4 commenti “Dopo Milano”

  1. Luigi Muzii ha detto:

    7 continenti? Molto, molto USA. Troppo.
    Quanto alla “preoccupazione” di aver “consegnato abbastanza valore a chi ha speso dei soldi e del tempo” per venirti a sentire, tutto dipende dal tipo di pubblico e dalle aspettative dei partecipanti. A quella preoccupazione, in fondo, si risponde facilmente, così come, altrettanto facilmente, si può decidere di prendere o non prendere parte a un evento (formativo) valutando programma e relatori/docenti.
    Si può fare meglio? Mia nonna diceva che l’ottimo è nemico del buono. Si migliora anche se migliora il pubblico.
    Se, per esempio, non ricordi da chi hai sentito formulare un concetto che però ti è rimasto così impresso dal volerlo condividere con altri, forse c’è da lavorare su altro che non sia la memoria.
    Oscar Wilde diceva che non esistono domande indiscrete e che solo le risposte talvolta lo sono. La miglior domanda che si può fare è quella che non ha ancora avuto risposta, ovvero quella a cui l’interrogato preferirebbe non rispondere. Da lì si comincia a crescere davvero, entrambi. A me sono stati in pochi a farne, e li ricordo tutti.

  2. giannidavico ha detto:

    Concordo assolutamente con tua nonna e non ho paura delle domande indiscrete, anzi.

  3. Giulia ha detto:

    In qualità di partecipante al corso, posso dire di “avere ricevuto abbastanza valore per i soldi e il tempo spesi”. Grazie mille, e ad maiora!

  4. giannidavico ha detto:

    Grazie a te, Giulia, grazie a te.

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