A volte qualcuno mi dice qualcosa come ‘tu hai capito tante cose’.
No, io non ho capito nulla e credo anche che capire, come ricordava Eduardo, sia in fondo inutile. Però essere presenti a sé stessi sì, però essere grati per quel che si ha e si è sì. Leggo ad esempio frasi come questa, a proposito dei “manuali per vivere meglio”:
Difficilmente vi troveremo istruzioni ed esortazioni alla mitezza, alla dignità, alla compassione, alla gentilezza, alla gratitudine e a tante altre virtù, più classiche che romantiche, oggi poco praticate.
Il libro è questo, l’autore è Enzo Marigonda (peraltro scomparso tragicamente qualche mese fa, ma questa è un’altra storia).
Se io penso al mio libro, oggi che sono passati quasi due anni da quando è uscito, e quindi lo posso guardare con una certa prospettiva, ritrovo tutta la mia ingenuità (come gli operai di quel racconto di Rodari, se le tue mani hanno fatto sempre armi da guerra difficilmente riusciranno a costruire giocattoli). Ma la mia ingenuità e la mia pacatezza sono un valore che porto con me.
Io non ho capito nulla ma, appunto, non è importante. Ho solo suggerito qualche tecnica sperimentata su me stesso e di cui, quindi, posso testimoniare la validità. Ho solo detto che vivere meglio si può, che lavorare meglio si può, che è un percorso che si costruisce. Serenamente, è una cosa della vita: è bene tenere le cose in prospettiva. E quanto al successo, vale quel che dice Jakob Burak nel suo splendido Ma gli scimpanzé sognano la pensione? Come diventare molto ricchi (o almeno essere felici):
Il segreto del successo, secondo me, è che non c’è nessun segreto, e chiunque arrivi in cima si accorge che non c’è nessuna cima. La decisione più difficile per un uomo di successo è rinunciare alla propria strepitosa capacità di accumulare denaro per fare spazio a una vita più equilibrata, più umile, nella quale avere il tempo per dedicarsi a cause che con gli affari non hanno niente a che vedere.
Ho solo detto che valori come la semplicità e la gratitudine sono alla base di tutto, solo questo.
Dice Cartesio:
Non c’è nulla interamente in nostro potere, se non i nostri pensieri.
Ho letto poco fa un commento ad un post nel blog di Simone Perotti:
Mentre tua madre è stanca di tutto, di medicine, di medici, di quella carrozzina, con la quale la devi spostare dal letto al bagno, perché le sue gambe sono immobili, le sue ossa spezzate; e lei piange ogni giorno, perché vorrebbe vivere ancora, camminare ancora, andare ancora una volta al mare con te, come l’estate scorsa.
Ecco, alla fine il cerchio si chiude quando noi siamo presenti a noi stessi, tutto il resto – denaro, carriera eccetera – non è importante.
Vivere meglio si può, un percorso si costruisce…beh, io intanto quest’anno mi sono iscritta a Psicologia, un sogno che coltivavo da tempo. Mio padre ha avuto un ictus alcune settimane fa e mentre attraversavo dei giorni molto duri pensavo sempre “meno male che mi sono iscritta a Psicologia”. Questo pensiero mi ha fatto compagnia nei momenti bui, avere una direzione ed avere delle passioni è vitale. Le malattie dei nostri genitori possono insegnarci molto sul significato della vita, sul senso di stare qua e di starci bene, senza rincorrere cose inutili.
Posso solo dirti brava, Ylenia; e come dice un mio carissimo amico, sei molto più vicino alla soluzione di quanto tu creda.