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Un nuovo tassello: l’osteopatia

Quando ho preso per la prima volta in mano un bastone da golf, il 7 febbraio 2004, avevo la testa sgombra da qualunque pensiero. C’era l’imbarazzo di trovarmi in un luogo sconosciuto a compiere un gesto del tutto innaturale, certo; e c’era il ritorno, dopo tanti anni, a qualcosa che assomigliava ad uno sport; ma per il resto la situazione era come la pagina bianca per lo scrittore.

Poi col tempo sono venute tante altre – mille – cose che del golf fanno contorno. Ad un certo punto, dopo l’estate del 2009, mi è stato chiaro che non mi bastava più fare del golf un bel gioco, ma volevo andare oltre, pavesianamente volevo mangiarmi una collina, volevo essere bravo, volevo diventare bravo, volevo diventare il golfista migliore che avrei potuto diventare.

E a quel punto sono cambiati i confini del mio golf, perché inevitabilmente sono venute tante altre attività collaterali che sono di fatto necessarie per raggiungere il tuo massimo teorico. Ne elenco qualcuna.

L’aspetto psicologico. Fondamentali sono state in questo senso per me le clinic tenute da Andrea De Giorgio, dove Roberto Cadonati ha portato certamente un valore aggiunto – grande. (Oggi ricordo con grandissima […] continua a leggere »

C’è un nemico…

Storia di un corpo
C’è un nemico che si annida dentro di me da sempre. Che cresce, molto lentamente, dentro di me. Un nemico che mi sconfiggerà senza possibilità di appello. Mi è stato chiaro leggendo questo libro.

Ci ho messo nove anni esatti, ovvero da quando ho preso in mano un bastone per la prima volta ad ora, per avere la sensazione di aver capito un pochino il mio swing, le logiche del movimento e del mio corpo. E ora quel libro (che tra parentesi è un capolavoro assoluto, bellissimo, lancinante, che ti tocca l’anima e la scuote nel profondo) mi chiarisce senza tema di smentita che devo fare i conti con un corpo che si trasforma. Lentamente, ma si trasforma.

Ormai al risveglio la mattina è come un habitus mentale: faccio un controllo rapido del mio corpo, ascolto le mie sensazioni per sentire che cosa mi dicono. E, ahimè, troppo spesso mi capita di avvertire un dolorino nuovo, qualcosa che prima non c’era ma che dovrò portare con me; oppure […] continua a leggere »

Una settimana difficile

getting old
Venerdì scorso ho fatto nove buche al mio circolo, tutto preso dai miei pensieri sullo swing (legati soprattutto al libro di cui ho parlato proprio quel giorno, su cui sto facendo grandi riflessioni), poi sono andato in campo pratica. Ho tirato solo drive, 43 per la precisione: due gettoni più una pallina raccattata nei pressi (non esiste che io lasci intirata una pallina che trovo in giro! 🙂

Ci ho messo tanto tempo perché i pensieri fluivano. L’idea, ad esempio, di non pensare mentre si è in campo, ovvero di pensare non a tirarla più lunga ma a colpire lo sweet spot e a colpire la palla con la faccia square. Tutte cose notevoli, che richiedono tempo per essere digerite.

Verso fine pratica sentivo la schiena dolermi un po’, ma le idee erano così interessanti – il volo della palla, la curva che faceva o non faceva, e di conseguenza il tipo di impatto avuto – che non mi andava di fermarmi.

Il giorno dopo mi sentivo bene, ho fatto due ore di camminata veloce. Anche lì la schiena mi […] continua a leggere »