Clinic al Pelagone, o dell’incanto dei sensi


Sì, sono stati tre giorni intensi di golf. (E allegria con amici vecchi e nuovi: io penso sempre di essere alle Olimpiadi, per dirla alla Cadonati, ma i momenti di relax sono importanti quanto le mille palline tirate.) Campo pratica a gogò, qualche lieve correzione allo swing (piccolezze, anche se i difetti rimangono sempre due o trecento), una maggior sicurezza nel gioco.

Ma soprattutto, quest’anno, la clinic è stata – al di là degli ovvi benefici per lo swing – una gioia per i sensi.

Un paesaggio incantevole: un’immagine per tutte, il panorama che si gode dal tee della 18, con la mia seconda patria (la Corsica) sullo sfondo, talmente vicina che ti pare di toccarla allungando una mano.

I suoni: il canto degli uccelli, una melodia che mette pace; e il soffio leggero del vento, di quando in quando.

I profumi della macchia mediterranea, in particolare all’imbrunire: una gioia per il naso.

Insomma un senso di completezza e di quiete: il golf e non solo.

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