Tee della 1 del mio circolo (I Ciliegi, Pecetto Torinese), questa mattina alle 9.30. Sto per partire in un match play, gara per la quale è regola – non sono sicuro che lo sia in tutti i circoli, anche se suppongo di sì; ma comunque lo è da noi – che gli altri giocatori cedano il passo su semplice richiesta.
Davanti a noi stanno per partire tre persone, che appartengono alla categoria dei pensionati golfistici (da un punto di vista anagrafico, è possibile; da un punto di vista mentale, è certo), ai quali chiediamo di farci passare per via del match play.
“Eh! Ma come?!?” Espressioni incredule e attonite. Evidentemente non parliamo la stessa lingua. Dopo una nostra breve spiegazione, ci lasciano passare, ma “fate veloci”. I mugugni si sprecano.
Una signora in quel momento si trova per caso vicino a noi. “Ma lo fate in tre il match play?”
Capisco che i circoli abbiano bisogno di tali personaggi, perché aggiustano i bilanci: però mi irrita dover pestare i piedi per ottenere quello che mi spetta di diritto, e ancora più mi irrita l’ignoranza delle persone che stanno su un campo da golf senza la minima idea delle regole che governano questo sport.
(Per la cronaca: ho vinto 3&1.)
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