Rispondo a Davide (il titolo di questo post è l’oggetto della sua mail), uno dei miei venticinque lettori di manzoniana memoria, che mi scrive:
Ciao,
mi chiamo Davide, ho 28 anni e anche io vorrei diventare professionista. Amo questo sport ed è da 8 mesi che pratico frequentemente, per il momento sono ancora 33 hc, lo so la strada è ancora lunga!!!
Avevo pensato di scrivere un libro anche io, ma non so poi come funziona, da chi devo andare per pubblicarlo e tutte le trafile che bisogna seguire. Potresti darmi delle dritte se non chiedo troppo? A me piace molto anche disegnare e non me la cavo male pensavo anche ad un fumetto sempre sul golf: cosa ne pensi?!?!..
A me piacerebbe tanto contribuire nel golf e mi piacerebbe lavorarci ma non so cosa si potrebbe fare oltre che il maestro?!? e ancora mi manca molto..
Grazie!! Davide
Innanzitutto, Davide, grazie per la mail, che apre un tema caro a molti.
Nella mail tu parli di due strade differenti, sebbene possano anche incrociarsi: diventare professionista e scrivere di golf.
Quanto al diventare professionista, otto mesi sono forse ancora pochi per giudicare. Il mio consiglio è di lavorare duro, presto saranno i risultati che parleranno da sé: se l’handicap arriverà ad una cifra nel giro di un anno, allora l’aspirazione al professionismo potrebbe essere pensabile. Tieni conto che il passaggio al professionismo richiede un handicap non superiore a 4 e un’età non superiore ai 40 anni. Considera anche che arrivare a quei livelli richiede anni di pratica costante, che non è detto che venga ricompensata in qualche modo. (È per questo che di solito chi diventa professionista ha cominciato a giocare da bambino.)
Occorre però soppesare bene i pro (appunto) e i contro: anche perché la vita del professionista non è così rosea come può apparire dal di fuori. Quanti sono infatti, i professionisti che vivono del loro gioco (lezioni escluse)? E per quanto tempo lo fanno? Quindi, se hai questo sogno è bene che lo coltivi, a patto che misuri bene le tue forze e non perda di vista la realtà che ti sta di fronte.
Il secondo punto che tocchi è lo scrivere di golf. In questi casi quel che faccio sempre è, innanzitutto, scoraggiare facili entusiasmi: ammesso che tu abbia un contenuto originale e che possa interessare un numero sufficiente di lettori, se il tuo nome non dice nulla ad un editore è ben difficile che tu possa essere preso in considerazione.
Però, se veramente ritieni di avere delle cose interessanti da dire, allora un blog potrebbe essere una prima risposta: uno strumento facile e gratuito che può permetterti, se curato come si deve, di misurarti con i tuoi lettori e di vedere se davvero scrivere di golf è quello che vuoi fare.
Ciò detto, se è la passione che ti guida, l’unico consiglio che mi sento di darti è quello di seguire – comunque – il tuo istinto. Vai! E quando sarai arrivato faccelo sapere!
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